La Perdonanza di Celestino V e il dito di San Giovanni Battista a Collemaggio. Breve nota di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. le sezioni I luoghi della Bibbia e della storia della Chiesa e Medioevo.
Il Centro culturale Gli scritti (4/9/2022)
L’affresco che sta sopra la Porta Santa della basilica di Collemaggio, la porta che si apre ogni anno per la Perdonanza celestiniana, rappresenta al centro la Madonna con il Bambino, a destra San Celestino V e a sinistra Giovanni Battista che, con un dito, indica quel Bambino che è il perdono di Dio invitao come carne al mondo.
Quella porta, che sta esattamente sotto l’affresco viene aperta ogni anno il 29 agosto che è la festa del martirio di San Giovanni Battista.
La basilica di Collemaggio conservava già ai tempi di Celestino V la reliquia del dito del Battista, quel dito con il quale egli aveva additato ai primi discepoli Gesù dicendo: “Ecco l’Agnello di Dio”.
Proprio il 29 agosto 1294 Celestino V divenne pontefice – era stato eletto il 5 luglio a Perugia, ma solo il 29 agosto venne ordinato vescovo di Roma, per i tempi necessari ad avere il suo assenso e a preparare l’evento - e proprio in quella basilica, la basilica di Collemaggio: per questo, volle che quel giorno segnasse il Perdono, portato da Gesù, mentre il Battista lo indicava.
La Bolla della Perdonanza, scritta da Celestino V in quel giorno, recita appunto, con parole meravigliose e dense di significato: «Avendo concluso il ciclo dei profeti, [Giovanni Battista] annunziò con la parola ispirata e con il gesto del dito la presenza in terra di Gesù, luce di questo torbido mondo, avvolto nelle tenebre dell’ignoranza».
Chiarissima è la descrizione dello stato del mondo così come Celestino V lo percepiva, al punto che il mondo ebbe bisogno del perdono di Cristo stesso sulla croce: ma appunto la venuta in terra di un perdono vivo e vivente poneva fine a tutte le attese profetiche, poiché Giovanni era destinato ad essere l’ultimo dei profeti e dopo di lui sarebbe venuta la luce nuova e piena: ecco la centralità del “dito” che caratterizza l’affresco, la testimonianza non come bella coerenza di se stessi, bensì come invito a rivolgersi ad un altro, più grande del proprio dito.
Il perdono della Porziuncola voluto da Francesco d’Assisi e quello di Celestino V legato al dito del Battista che indicò l’Agnello di Dio precedettero e prepararono l’istituzione del Giubileo.