1/ La famiglia secondo l’Istat 2022: single, coppie senza figli e trentenni ancora “in casa”, di Erika Riggi 2/ Il libro nero dell'Istat. Italia sempre più povera, un lavoratore su tre incassa meno di mille euro lordi, di Carmine Di Niro
1/ La famiglia secondo l’Istat 2022: single, coppie senza figli e trentenni ancora “in casa”, di Erika Riggi
Riprendiamo da Io Donna dell’8/7/2022 (https://www.iodonna.it/attualita/costume-e-societa/2022/07/08/la-famiglia-italiana-secondo-listat-single-coppie-senza-figli-e-trentenni-ancora-in-casa/) alcuni brani di un articolo di Erika Riggi. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Giustizia e carità.
Il Centro culturale Gli scritti (31/7/2022)
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Coppie non coniugate, nuclei ricostituiti, single e monogenitori (anche con figlio trentenne in casa) sono tutte tipologie in crescita. È la fotografia della famiglia italiana del Rapporto Istat 2022, giunto alla trentesima edizione.
L’Italia, il Paese dei single
Aumentano, dunque, le famiglie composte da una sola persona che passano da 24 a 33,2% (8,5 milioni di persone). E anche quelle con un solo genitore e figli (quasi una su dieci). Se nel Nord-est le persone sole e le coppie con figli già si equivalgono (ciascuna il 30% del totale), nel Centro e nel Nord-ovest prevalgono le famiglie unipersonali (36% contro 28% circa delle coppie con figli) mentre nel Mezzogiorno risultano ancora preponderanti le coppie con figli (circa 36% contro circa 30% delle persone sole).
Proseguendo queste tendenze, nel 2040 quasi 4 famiglie su 10 potrebbero essere costituite da persone sole, soprattutto anziani. E le coppie senza figli potrebbero numericamente sorpassare quelle con figli entro il successivo quinquennio.
Vita da soli, figli, lavoro: si fa tutto più tardi
Tutte le tappe cruciali della vita slittano in avanti. Così la stragrande maggioranza dei giovani, 67,6%, non esce di casa fino a tarda età (oltre 7 milioni di 18-34enni vivono ancora coi genitori, mentre la media Ue è di uno su due).
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2/ Il libro nero dell'Istat. Italia sempre più povera, un lavoratore su tre incassa meno di mille euro lordi, di Carmine Di Niro
Riprendiamo da Il Riformista dell’8/7/2022 alcuni brani di un articolo di Carmine Di Niro. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Giustizia e carità.
Il Centro culturale Gli scritti (31/7/2022)
È un quadro a tinte fosche quello che emerge dal rapporto annuale dell’Istat sullo stato dell’Italia. Il problema più sentito è quello economico, ovviamente: i poveri crescono mentre gli stipendi sono inchiodati al palo, col Parlamento e i partiti che dibattono ormai da mesi su taglio del cuneo fiscale, bonus vari, salario minimo e riforma del Reddito di cittadinanza.
Ovviamente a fare impressione sono i numeri snocciolati nel rapporto Istat. Uno più di tutti: rispetto al 2005, ben 17 anni fa, le persone che vivono in condizione di povertà assoluta sono tre volte di più, passando da 1,9 milioni a 5,6 milioni del 2021.
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Ma l’altro fronte che emerge chiaramente dai dati pubblicati dall’istituto nazionale di statistica è quello del cosiddetto “lavoro povero” nel settore privato. Escludendo i lavoratori nell’agricoltura e quelli domestici, dai numeri viene fuori che quasi un lavoratore su tre (il 29,5%) ha una retribuzione lorda l’anno inferiore a 12mila euro, mentre per circa 1,3 milioni di dipendenti (il 9,4%) la retribuzione oraria è inferiore a 8,41 euro l’ora.
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