Il tristissimo episodio della morte di Willy Monteiro Duarte mostra come i processi giudiziari e il carcere debbano continuare ad esistere, di Giovanni Amico

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 25 /07 /2022 - 15:20 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito una nota di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Carcere e pena di morte.

Il Centro culturale Gli scritti (25/7/2022)

I giornali raccontano di imprecazioni dei due fratelli Bianchi al momento della lettura della condanna, così come avevano raccontato delle reciproche accuse fra Gabriele Bianchi e Bellegia che da componenti della stessa banda si sono ritrovati a scaricarsi addosso le responsabilità, pur di avere pene minori. Allo stesso modo la stampa si è soffermata sulle molestie del Pincarelli ad una ragazza, l’evento che ha portato poi all’aggressione che ha causato la morte di Willy Monteiro Duarte nella notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020 a Colleferro.

Altri opinionisti si sono espressi contro gli ergastoli, mentre altri ancora hanno sottolineato come l’opinione pubblica funzioni come una gogna collettiva che si accanisce su singoli casi, dimenticando quanto male compiano le bande in tanti luoghi del paese.

Quello che a noi, invece, interessa sottolineare è che il male esiste e si è manifestato in maniera gravissima in quella notte e nei modi che quei ragazzi, come tanti altri, hanno di vivere: quel male che ha proseguito la sua opera quando i giovani della banda si sono accusati reciprocamente, mentre in quella notte avevano agito congiuntamente.

Per questo debbono esistere anche la polizia, la magistratura e la prigione, con tutto il servizio di luoghi di detenzione e di personale addetto: perché il male esiste.

Se anche si giungesse, per la buona condotta, a revocare nei decenni che verranno l’ergastolo, ciò non toglie che oggi lo Stato debba svolgere il suo ruolo di giudice e di giudice che assegna delle pene gravi al fine di rieducare.

Troppo spesso la corruzione di taluni agenti o la terribile situazione di alcune carceri fa illudere che di essi si possa fare a meno e fa ritenere a torto che le carceri non debbano esistere.

Assolutamente no. È l’esperienza a mostrare che ragazzi capaci di usare la violenza in maniera così assurda contro il povero Willy Monteiro Duarte debbono essere processati e giudicati. Così come deve essere processato e giudicato chiunque compie reati.

Certamente il sistema giudiziario e carcerario deve crescere e sanare storture, ma questo non significa che il giudizio e la pena per la redenzione di persone che hanno commesso colpe gravi debbano essere cancellati.

Il carcere è qualcosa di terribile, ma è anche necessario: esso deve la sua esistenza alla libertà dell’uomo che è capace di compiere gesti così terribili.

Tutto dovrà essere fatto per rendere rieducativa la detenzione della banda che ha ucciso Willy Monteiro Duarte, senza però cancellare il fatto che essa sia necessaria e giusta.