1/ Sant’Egidio testimone dell’importanza della cultura, di Giovanni Amico 2/ I 50 anni della comunità di Sant’Egidio: lavorare contemporaneamente nel campo della cultura e nell’incontro con i poveri. La testimonianza di una duplice indicazione importante per tutti, di Giovanni Amico
Riprendiamo insieme sul nostro sito due brevi note di Giovanni Amico pubblicate separatamente in passato sul nostro sito per rilevare il grande ruolo dato dalla comunità di Sant’Egidio al lavoro culturale e accademico.
Il Centro culturale Gli scritti (25/5/2022)
1/ Sant’Egidio testimone dell’importanza della cultura come CL, l’Opus Dei e tanti altri, grazie a Dio, di Giovanni Amico
Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Giovanni Amico. Per approfondimenti, cfr. la sezione Carità, giustizia e annunzio.
Il Centro culturale Gli scritti (maggio 2015)
Grazie a Dio, due assi portanti, oltre a quello liturgico, caratterizzano la Comunità di Sant’Egidio: da un lato l’attenzione ai poveri, dall’altro il lavoro culturale scientifico in università e nelle pubblicazioni, come i rapporti con la cultura.
Si pensi a quanti membri della comunità di Sant’Egidio sono diventati professori universitari e a quanti volumi di storia vengano prodotti dagli stessi. Il lavoro è duplice, carità e cultura. Fra l’altro la presenza di docenti qualificati permette di instaurare quel rapporto con le istituzioni che è necessario per reperire fondi per aiutare i poveri.
Sarebbe bello che fosse più dichiarato il grande amore che c’è per la cultura nella Comunità di Sant’Egidio perché ciò permetterebbe di motivare maggiormente i giovani a capire che ricerca intellettuale e carità non si oppongono. È buffo invece che raramente nei discorsi pubblici venga sottolineata la dimensione non solo culturale, ma anzi di una cultura accademica e di insegnamento universitario tipica degli appartenenti a Sant’Egidio.
2/ I 50 anni della comunità di Sant’Egidio: lavorare contemporaneamente nel campo della cultura e nell’incontro con i poveri. La testimonianza di una duplice indicazione importante per tutti, di Giovanni Amico
Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Giovanni Amico. Per approfondimenti, cfr. la sezione Carità, giustizia e annunzio.
Il Centro culturale Gli scritti (11/3/2018)
Per tanti di noi de Gli scritti l’incontro con gli amici della Comunità di Sant’Egidio è iniziato nei licei di Roma, dove i nostri compagni di classe della Comunità si recavano a fare Scuola popolare nelle periferie romane, mentre contemporaneamente studiavano greco e latino o fisica e matematica.
Poi pian piano la scoperta del loro prezioso servizio agli anziani, ai migranti, nel dialogo ecumenico, nella politica internazionale, italiana e locale.
E, al contempo, per tanti nostri amici della Comunità, l’accesso alle cattedre universitarie di storia o di scienze politiche o di storia dell'arte, la partecipazione ai convegni di relazioni internazionali, lo studio delle lingue, lo scrivere libri, il pubblicare articoli, il divenire giornalisti.
Questo duplice sguardo è prezioso perché ci incoraggia tutti a non disgiungere mai il servizio ai poveri e la carità culturale che aiuta ad approfondire il sapere e insegna con lezioni accademiche e con scritti.
Sembrerebbe talvolta che solo la carità materiale abbia dignità e che dedicarsi alla promozione dei più indifesi significhi abbandonare ogni velleità intellettuale, ogni carriera accademica, ogni desiderio di ricercare e di scrivere.
La Comunità di Sant’Egidio, invece, testimonia con grande acutezza come le due grandi mani della carità materiale e della carità spirituale (le 7 + 7 opere di misericordia), la condivisione del pane come quella della cultura, camminino e lavorino sempre insieme. Non studiare sarebbe tradire ogni attesa di sviluppo dei più poveri, così come limitarsi all’insegnamento senza incontrare realmente i fratelli nel bisogno farebbe rinchiudere nell’astrattismo delle idee.
In questi 50 anni di vita la Comunità di Sant’Egidio è stata una compagnia preziosa nell’indicare all’Italia e alla Chiesa come sia essenziale unire la promozione della cultura alta e accademica alla costruzione di una cultura popolare e al servizio di tutti.
Ad altri il compito di ricostruire in maniera articolata la storia di questi 50 anni. Ma questo tassello dell’unità indissolubile fra comunione con i poveri e comunione con gli intellettuali non poteva non essere ricordato perché aggiunge una conferma importante al cammino che tutti dobbiamo percorrere.