Quando sento di missioni spaziali penso a cosa vedranno quegli occhi, di uomini e donne. La Terra da fuori della Terra, gli spazi siderali, la fragilità e la bellezza di tutto quel che conosciamo, di Daniela Bovolenta
Riprendiamo sul nostro sito un post pubblicato sulla pagina FB di Daniela Bovolenta il 28/4/2022. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Scienza e fede.
Il Centro culturale Gli scritti (15/5/2022)
Quando sento di missioni spaziali penso a cosa vedranno quegli occhi, di uomini e donne. La Terra da fuori della Terra, gli spazi siderali, la fragilità e la bellezza di tutto quel che conosciamo. Un buio come nessuno l'ha mai visto. E miriadi di corpi celesti, in mezzo ai quali cercare il significato della vita e della morte, un Dio sapiente che ci ha creati, le leggi con cui regge ogni granello di polvere e il suo destino.
Penso a quel che sentiranno quelle orecchie. Un silenzio più grande di ogni altro silenzio conosciuto, il suono lieve del proprio respiro che significa una scheggia di vita in un oceano di non vita. E i sogni, il cuore, di chi, migliaia di anni fa come oggi, guarda alle stelle, alle galassie, al mistero.
Forse penso anche a cosa diranno ai loro figli, questi uomini e donne, una volta di ritorno: riusciranno a trovare le parole? A cosa potranno paragonare quel che hanno vissuto?
Sapranno dire "In mezzo ai dolori e alle fatiche, guarda in alto"?
Ma mai, mai, giuro, mi sono chiesta chi dà la pappa ai figli, o se questi uomini e donne si sentono simboli della parità, dell'emancipazione, della mancata emancipazione, di questo o quel sesso. Quando si dice guardare al dito invece che alla luna.