Anastasio: che canzoni incredibili che sta componendo, di Andrea Lonardo

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 30 /03 /2022 - 22:48 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito alcune magnifiche canzoni dall’album Mielemedicina di Anastasio. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Musica.

Il Centro culturale Gli scritti (30/3/2022)

Anastasio: “Più è difficile trovarmi una collocazione più vuol dire che sto facendo bene il mio lavoro”.

“Per me il tema di Dio nelle canzoni è importante, perché mi permette di utilizzare un linguaggio particolare, molto suggestivo, molto evocativo, un linguaggio antico. In “Babele” mi diverto ad utilizzare un linguaggio biblico; in realtà non solo mi diverto ma lo trovo particolarmente efficace, perché queste parole antiche parlano al sangue, parlano a qualcosa di antico dentro di noi”.

1/ Babele

Va bene, va tutto bene
Sorge la torre di Babele tra le macerie
Sopra le ceneri dell'Eden fanno un cantiere
Ma troppe voci fanno: "Bla, bla, bla"
"Bla, bla, bla"


C'era in principio una lingua bambina
Adamo col dito puntato diceva: "Collina
Nuvola, donna, una mora squisita
Ecco, prendi questa nocciolina

Guarda, ho pescato un pesce, facciamo il fuoco
Calore buono, parlare è un gioco, giochiamo"
Se Eva ed Adamo ad esempio dicevano: "Vento"
La parola sfiorava il flusso dell'aria

E quasi ricreava il suo suono perfetto
L'indice puntava esattamente sull'oggetto
L'uomo che guardava era una parte del progetto

Ma quando disse: "Mela," il serpente maledetto
Disse: "Uomo, prendila, fanne il tuo strumento"
Quindi lo introdusse alla ragione del possesso
E Adamo, staccando la mela dal ramo, staccava se stesso dal tutto

Si vide nudo, si vide brutto
E le parole divennero strumenti imperfetti
E dopo idoli, e dopo spettri


Babele non è stata così alta mai
Siamo stati più vicini al cielo
E al contempo così soli, lontani da tutto

Babele non è stata così alta mai

Arrivati ad afferrare il cielo
Ci scopriamo così soli, per sempre lontani da noi

Quando l'uomo disse: "Io" per la prima volta
Per l'ultima volta vedeva Dio
La parola cominciò il suo declino
Si mise in mezzo tra l'uomo e il bambino

E le parole si mischiarono al reale
Finiranno per creare mondi finti
E labirinti di specchi, non segni liberi
Ma schemi rigidi, spettri terribili
E magari idoli da venerare
E quando la parola prende il posto del reale
Se è vero solo quello che si riesce a nominare
La mente della gente la potresti controllare
Solamente consegnandogli vocaboli da usare

La magia è diventata sortilegio
Scorrono parole sugli schermi verso il buco nero
E uomini schiavi di un linguaggio, privi di pensiero
Alzano una torre per riconquistare il cielo

Babele non è stata così alta mai
Siamo stati più vicini al cielo
E al contempo così soli, lontani da tutto
Babele non è stata così alta mai
Arrivati ad afferrare il cielo
E al contempo così soli

Babele non è stata così alta mai
Siamo stati più vicini al cielo
E al contempo così soli, lontani da tutto
Babele non è stata così alta mai
Arrivati ad afferrare il cielo
Ci scopriamo così soli, per sempre lontani da noi

Fuori da noi, fuori da noi
Per sempre lontani da noi

Fuori da noi, fuori da noi
Per sempre lontani da noi
Fuori da noi, fuori da noi
Per sempre lontani da noi
Fuori da noi, fuori da noi
Per sempre lontani da noi

2/ Simbolismo

Le colonne sono vive
Il tempio respira, sa come soffrire
Il rovo che lo avvolge in una spira di spine
Gli lacera la pelle ma lo ispira di stile
Lui sfila e sorride, vestito di invidie
L'uomo in equilibrio sopra il filo sottile
La folla in visibilio che ora vuole soffrire
Lo vuole vedere morire
Ma l'uomo cammina sul filo leggero
È un bambino che dorme supino nel cielo
Non un pensiero alla folla che scalpita
E aspetta soltanto che cada nel nero
L'uomo non sente il brusio
Sa solo che quello è il suo posto
Annunciata la morte di Dio
Adesso si lotta per prenderne il posto

Ma vennero in tanti, senza decoro
Sovrani del mondo ma schiavi dell'ego
Frotte di re con imperi di lego
Seduti in milioni all'identico trono

Venduti milioni di posti a sedere
Al funerale di nostro Signore
Bimbi curiosi, venite a vedere

La tomba dorata del Padre che muore
Ma resta un dettaglio mica da poco
Non vedi che piangono un feretro vuoto?
Calma, dateci il corpo
Se Cristo è morto, vogliamo la salma

3/ L’Uomo, il Cosmo

Immagina il cosmo un attimo prima del grande botto
Una tela nera senza spazio e tempo
Senza luce e ombra, senza sopra e sotto
E immagina il grande petardo cosmico che esplode dal niente
Il colpo, mastodontico, del più grande fuochista di sempre
Le stelle lanciate lontano, ma tanto lontano che è facile credere
Che fossero solo in missione a portare la luce, a sfregiare le tenebre
E in qualche manciata di milioni di secoli
Si è creato un sistema di stelle, pianeti e satelliti

Su una di queste palle di roccia volanti
Ci sono milioni di omini pensanti con
Visioni, passioni, rimpianti, poi
I fiori, i caimani, gli alianti, un cane buffo, un gelato al puffo
Le piante carnivore, le vipere, le cascate, le allodole libere, ehi

C'é pure un parcheggio, e c'é il sottoscritto
Un amico mi sfotte perché l'ho girata a una merda
E gli dico di starsene zitto
E invece parliamo, diciamo che il cielo è un immenso grandangolo
E finiamo ad accontentarci delle quattro stelle che ora ci rimangono
Parliamo di vita e di mort
e
"Se il Sole si spegne, che cosa rimane?" mi dici, "compare
Fino a prova contraria, io sono immortale"
E non c'é niente a questo mondo che mi fa paura
A parte il niente

Perché per quanto ne so io, quando qui sarà tutto freddo
Non sono certo che l'oblio sia tanto meglio dell'inferno

Un'esplosione, un mormorio, non c'é speranza di saperlo
La biglia corre sul pendio e l'uomo coglie il suo momento

E se ci pensi ogni parola mai detta, ogni segno sul muro
Passato, futuro, presente
Ogni criptovaluta e pittura rupestre è sepolta per sempre
Ogni foto ricordo, e i vari cerchi di monoliti eretti
In onore di dei antichi guardiani del mondo
I riti d'inverno che invocano il Sole
Canti d'estate a salvare il raccolto
Vecchie riviste da sala d'aspetto
Ogni millisecondo che sembra perfetto
Ogni verso di pietra di un vecchio poeta
Vissuto ingabbiato in un secolo stretto
Tutto questo, e non solo questo
Si sta dissolvendo
Nel vento del tempo, amico mio

Che guardi il cielo per sentirti piccolo
Come prima di te un cavernicolo, e dopo di te un transumano

Sii grato
Se non a Dio, quantomeno al caso
Di essere al centro dell'esperimento del vissuto umano

Sii grato!
E accetta di buon grado che ogni giorno che hai passato
è andato perso nel silenzio
Perché é vero che viviamo in dissolvendo
Ma io penso che, forse, da abbastanza lontano, ogni attimo é eterno

Perché per quanto ne so io, quando qui sarà tutto freddo
Non sono certo che l'oblio sia tanto meglio dell'inferno
Un'esplosione, un mormorio, non c'é speranza di saperlo
La biglia corre sul pendio e l'uomo coglie il suo momento

Perché per quanto ne so io, quando qui sarà tutto freddo
Non sono certo che l'oblio sia tanto meglio dell'inferno
Un'esplosione, un mormorio, non c'é speranza di saperlo
La biglia corre sul pendio e l'uomo coglie il suo momento

Perché per quanto ne so io, quando qui sarà tutto freddo
Non sono certo che l'oblio sia tanto meglio dell'inferno
Un'esplosione, un mormorio, non c'é speranza di saperlo
La biglia corre sul pendio e l'uomo coglie il suo momento