Gesù fra i dottori: il dipinto del Kunsthistorisches Museum di Vienna di un discepolo di Giuseppe de Ribera e la Parola di Dio. Breve nota di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per approfondimenti, cfr. la sezione Sacra Scrittura.
Il Centro culturale Gli scritti (2/1/2022)
Sempre Gesù fra i dottori a dodici anni viene rappresentato dai pittori come immagine della Parola che si è fatta carne, di Gesù è più grande delle Scritture: “La Parola di Dio precede ed eccede la Bibbia”, come ha dichiarato papa Francesco alla Pontificia Commissione Biblica[1].
Ma in un dipinto conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna, opera della scuola di Giuseppe de Ribera – il dipinto è del 1630 ca. - questo è “detto” in maniera magnifica. Lo si potrebbe utilizzare per interrogare nel corso di un esame di Teologia, fondamentale o di Teologia Biblica o di Ermeneutica delle Scritture per saggiare la consistenza del candidato.
Il dipinto rappresenta sulla sinistra cinque maestri della Scrittura, cinque “professori” di Bibbia – potremmo dire oggi- , cinque scribi sapienti della Torah, ed essi sono interamente presi dal testo.
Quello più vicino a Gesù dodicenne sta analizzando una Bibbia a forma di codice e non si avvede che dinanzi a lui sta il Cristo.
Dietro di lui quattro stanno intorno ad una pergamena e il secondo più vicino a Gesù ha una lente per vedere meglio i dettagli della Bibbia e con il dito lo richiama, ma la sua veste fa da velo alla contemplazione del Cristo, che pure è vicinissimo.
Un altro sta vicinissimo al rotolo e i suoi occhi sono fissi sui caratteri scritti nel testo sacro.
Solo l’ultimo in fondo a sinistra sembra, in qualche modo, guardare a quella figura viva che è dinanzi a Lui, sollevando il suo sguardo dai manoscritti biblici a Gesù stesso.
Quel giovane che sta dinanzi a loro, invece, li guarda, senza essere da loro “visto”, ed indica il Padre.
Si noti bene che, se quegli scribi potrebbero a prima vista potrebbero rappresentare l’esegesi ebraica, d’altro canto si vede bene, nel Codice che è posato sul tavolo, un’Omega, cioè una lettera greca, segno che si tratta di un codice neotestamentario.
Quegli scribi non sono dunque il popolo ebraico, ma sono l’esegesi tout court, quando essa non leva lo sguardo alla presenza del Messia che indica il Padre, ma si fissa solo sui dettagli, senza giungere a contemplare la rivelazione in pienezza[2].
Un dipinto magnifico che indica come si possa conoscere a menadito la Scrittura ed ignorare il suo cuore, come si possa insegnare Bibbia e non conoscere la fede.
Note al testo
[1] Papa Francesco nell’udienza ai membri della Pontificia Commissione Biblica, il 12/4/2013.
[2] Cfr. su questo il nostro A. Lonardo, La Parola si è fatta carne, non libro. I "misteri" della vita di Gesù tra Scrittura, liturgia e arte, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2019 (insieme a L. Mugavero).