Cristianesimo in minoranza? Non basta affermare ciò, bisogna poi stabilire se è una minoranza amata dalla maggioranza che si cura di proteggerlo, oppure se è una minoranza trattato ostilmente dalla maggioranza. Breve nota di Giovanni Amico
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Educazione e cultura.
Il Centro culturale Gli scritti (19/12/2021)
Quando si afferma che il cristianesimo è oggi in minoranza in occidente si afferma certamente una cosa vera. È evidente che altro è il pensiero dominante, è evidente che non si ritiene la ricerca di Dio da parte dell’uomo un elemento essenziale della cultura, così come non si ritiene di dover educare le nuove generazioni a non privilegiare ed assolutizzare nella sessualità o nel divertimento il proprio piacere. Un altro pensiero è oggi al potere.
Ma, una volta affermato che il cristianesimo è minoranza, non si è ancora detto niente di come la maggioranza e il potere oggi dominanti si rapportino a tale minoranza.
Una duplice prospettiva, infatti, è possibile.
La maggioranza e l’intellighenzia occidentali potrebbero avere interesse a tale minoranza, così come hanno interesse a tante minoranze e cercano di proteggerle e di assicurare che esse permangano nel tempo, così come sono.
All’opposto, la maggioranza e l’intellighenzia occidentali potrebbero coltivare il desiderio di combattere tale minoranza, di metterla alle strette, addirittura di annullarla ed estinguerla, riducendola al silenzio.
Delle due possibilità sembra prevalente la seconda. Il pensiero oggi dominante, che non a torto viene spesso indicato come pensiero unico, ha un atteggiamento intollerante verso chi si presenta come cristiano. In taluni ambienti accademici, ad esempio, è una nota che impedisce l’accesso a più alti incarichi di docenza o di ricerca
Si potrebbe a ragione, allora, se fosse confermato il disprezzo della cultura dominante verso il cristianesimo, ipotizzare uno status di nuova resistenza, a mo’ dei partigiani della II guerra mondiale, ma in prospettiva culturale.
C’è stato un momento nel quale i partigiani hanno dovuto resistere alle forze nettamente superiori dei loro avversari, nascondendosi e opponendosi con un lavoro nell’ombra.
Oggi un tale nascondimento è quasi impossibile, perché i media amplificano qualsiasi dissenso dal pensiero dominante. Ma, lo stesso, non si dovrebbe escludere una resistenza che non affronti in campo aperto la maggioranza, perché ne sarebbe soverchiata, bensì un lavoro resistente che si mantenga in ombra, ma che agisca perché il pensiero di minoranza persista e anzi si fortifichi e possa offrire un diverso punto di vista, rispetto a quello dominante.