Della crisi energetica che è alle porte. La difficile questione economica che si prospetta. Breve nota di Giovanni Amico
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per approfondimenti, cfr. la sezione Nord e Sud del mondo.
Il Centro culturale Gli scritti (1/12/2021)
Anche se la questione emerge solo a tratti, è evidente che a breve una grave crisi economica toccherà tutti, a motivo della questione energetica.
I nuovi paesi emergenti che stanno pian piano surclassando l’Europa che ha vincoli provenienti dalla sua debole e incerta politica e dalle giuste norme che tutelano l’ambiente e i lavoratori in maniera migliore di qualsiasi parte del mondo, stanno facendo sì che la Cina, ma anche altri paesi del nuovo Nord del mondo, come l’India, conquistino fette sempre più grandi del mercato delle risorse energetiche.
Tali paesi del nuovo Nord del mondo non hanno scrupoli ecologici e tralasciano molte norme che sarebbero necessarie alla tutela dei lavoratori – e nessuno dei movimenti anti-occidentalisti così forti in Europa denuncia la cosa, continuando ad additare falsamente l’Europa come il continente inquinante e disprezzante. Essi hanno delle economie rampanti, supportate dall’enorme mercato interno (solo la Cina e l’India rappresentano 2/4 della popolazione mondiale).
Tali paesi, in primis la Cina, assorbono quote sempre maggiore di energia elettrica, come di gas e risorse prime dall’Africa e dagli altri paesi che li possiedono, pagando cifre di denaro maggiore rispetto all’Europa che è in difficoltà e risparmiando sui grandi quantitativi importati, ben maggiori dei paesi europei.
Si dovrà sostenere, quindi, una grave crisi economica che toccherà anche le tasche del contribuente medio italiano, perché l’aumento delle bollette di luce e gas sarà consistente, così come quello dei carburanti.
A tali gravi problemi energetici si assommerà la fine delle casse integrazioni prevista dal Covid (per ora fissata al 31 dicembre 2021) e cominceranno i licenziamenti.
La sommatoria di tali problemi creerà problemi e tensioni sociali che sono tutte da iniziare a prevedere e immaginare.