Dinosauri, i nuovi mostri del mondo infantile. Massimo Ammaniti parla del rapporto tra gli animali preistorici e i bambini
Riprendiamo da Repubblica del 3/10/1998 un’intervista a Massimo Ammaniti a firma c.d.g. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Scienza e fede.
Il Centro culturale Gli scritti (1/12/2021)
Ridisegnare il volto ormai sterotipato degli animali preistorici non è facile e immediato. Il cinema, i fumetti e le serie televisive (merchindising e giocattoli compresi) ci hanno ormai abituati a vederli come enormi lucertoloni, e sarà complicato, almeno inizialmente, spiegare ai bambini che al posto delle labbra avevano un grande becco. Ne abbiamo parlato con Massimo Ammaniti, psicoanalista, e docente di psicopatologia all'università di Roma.
Come mai i dinosauri sono così importanti per i bambini?
I dinosauri sono i nuovi mostri, i nuovi simboli delle paure da elaborare e sconfiggere. Nel mondo infantile, quel mondo che viene riflettuto nelle favole, i personaggi pericolosi sono sempre presenti, popolano costantemente la fantasia. In passato, i mostri erano la strega, il mago, l'orco, personaggi tutti fortemente immaginari e legati a una cultura e a una società molto attraversate dalla superstizione e dalla magia. Il fatto nuovo è la maggiore informazione biologica ed evoluzionistica della nostra società, che rende le creature fantastiche del passato non più accettabili e credibili come simboli di violenza e di pericolo. Etologia e biologia oggi segnano la cultura di tutti, a qualunque livello. In pratica, la maggiore informazione modifica i mostri, e porta alla ribalta nuove figure, quali appunto i dinosauri. La stessa evoluzione della specie ha cambiato gli animali simbolo delle paure, che in questa evoluzione giocano un ruolo importante. Prima c'era il lupo, ad esempio, o i serpenti o i ragni, che tuttavia ormai appartengono ad esperienze del passato. Oggi tocca ai dinosauri, ma il loro significato profondo è lo stesso.
I bambini sembrano più affascinati che spaventati dai dinosauri, ne fanno collezione, ne conoscono tutti i nomi.
Questo accade grazie al meccanismo del gioco attraverso cui i mostri diventano via via più familiari e quindi più amichevoli, fino a permettere al bambino di sconfiggere le paure identificandosi con l'aggressore. Nel caso specifico dei dinosauri, oltre a essere una rappresentazione di aspetti di forza incontrollata, c'è l'elemento importante delle dimensioni, per cui il pericolo assume una sorta di ipertrofia massima. Così quando il bambino nella sua fantasia riesce a dominare il dinosauro sta addomesticando una creatura incredibilmente grande. Molto più grande di lui, ma anche molto più dei potentissimi adulti che lo circondano.
L'aspetto dei dinosauri cui siamo abituati dovrà cambiare, in ossequio alle ultime scoperte scientifiche. Cambierà qualcosa anche nel rapporto tra bambini e dinosauri?
Anzitutto bisogna vedere se i libri, cartoni animati e giocattoli si adegueranno al cambiamento, e quindi se queste novità riusciranno a entrare nell'immaginario infantile. I bambini, d'altronde, e non solo loro, sono portati ad antropomorfizzare il mondo animale, e continueranno a farlo comunque.
I dinosauri non piacciono solo ai bambini, anche gli adulti ne sono molto attratti. Per un retaggio infantile?
Anche, certo. Ma non solamente. I dinosauri sono collegati alla questione delle origini della vita, un argomento di grandissimo fascino per tutti. In più, c'è il mistero della loro estinzione che da un lato stimola la curiosità, e dall'altro evoca le paure collettive sul destino della specie umana e del pianeta. (c.d.g.)