A ¾ dell’umanità è impedito di conoscere il Vangelo, per legge o per pressioni culturali, di Andrea Lonardo

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 07 /11 /2021 - 23:07 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per approfondimenti, cfr. le sezioni Dialogo fra le religioni e Diritti umani.

Il Centro culturale Gli scritti (7/11/2021)

Ancora un flash, che improvvisamente si impone all’attenzione della mia mente. Se è vero che ¼ dell’umanità è costituito dalla Cina, ¼ dall’India, ¼ dai paesi a maggioranza islamica, è evidente che ben a ¾ dell’umanità è impedito di conoscere il Vangelo! - a voler essere precisi cinesi ed indiani assommano circa ai 3/8 della popolazione mondiale cui vanno assommati gli altri paesi che vietano la predicazione del cristianesimo, in primis i paesi a maggioranza islamica e poi gli altri a guida atea, come la Corea del nord.

Se anche la proporzione è approssimativa, è impressionante che a circa ¾ degli uomini oggi viventi sia precluso l’incontro con il Vangelo.

Ciò avviene sia per le pressioni di vetero-comunismi ancora all’opera, sia per i sistemi sociali improntati alla forma tradizionale di concepire l’Islam o l’induismo, sia per motivi altri che si dovrebbero indagare.

Sta di fatto che a ben ¾ degli uomini e delle donne è precluso diventare cristiani e respirare la libertà e la misericordia che nascono dalla fede cristiana. E, se anche fosse possibile percepire appieno la realtà della libertà e del perdono cristiani, in quei paesi è certamente proibito assumerli in proprio.

Ovviamente tale preclusione porta con sé anche la preclusione di professarsi atei dove sono altre religioni ad essere maggioranza e porta con sé anche le preclusioni ad essere di altre religioni nella maniera più forte, laddove è l’ateismo di Stato a dominare.

Di una questione capitale del pianeta, che riguarda ¾ degli uomini, non interessa niente quasi a nessuno.

Eppure che libertà per la donna, per i costumi, per la cultura, per la spiritualità delle persone, per le forme della comunità, apporterebbe la possibilità anche solo di immaginare di poter diventare pubblicamente cristiani!