Sulle elezioni di domani. Riflessioni gravi che non indicano, però, chi votare, di Andrea Lonardo

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 16 /10 /2021 - 09:54 am | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per approfondimenti, cfr. la sezione Carità, giustizia e politica.

Il Centro culturale Gli scritti (17/10/2021)

Si è chiusa una campagna elettorale dove ognuno dei contendenti ha costruito la propria immagine attaccando gli altri, per nascondere di avere poco da dire. Il centro-destra attaccando il centro sinistra, il centro-sinistra attaccando il centro-destra, entrambi attaccando i 5Stelle.

La propria identità è stata costruita contro, non in vista di un disegno e di proposte concrete, limitandosi a dire: “Voi, miei avversari, siete il male”.

Nessuno ha elaborato nuove idee su Roma. Nessuno ha provato, anche solo minimamente, a dire che, sia nel centro-destra che nel centro-sinistra, ci sono cose inaccettabili, anche dal punto di vista antropologico.

I due possibili sindaci che domani voteremo non sono stati scelti fra i migliori – anche perché i migliori chi sarebbero stati? – ma sono faticosamente emersi, dopo innumerevoli rifiuti di candidature, perché ciascuno sapeva bene che governare Roma sarà difficilissimo.

Ora entrambi sanno bene di non avere le idee chiare su come migliorare la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade, su come risolvere i gravissimi problemi del traffico, su come riscoprire un’identità di Roma nella quale si accolgano culture nuove, chiedendo però loro di integrarsi pienamente nella specifica storia di questa città.

Fiumi di senza fissa dimora dormono per strada e nessuno dei due candidati ha idea di come affrontare il problema, tranne la troppo facile soluzione: “Se ne occupi la Caritas”.

Anche se i giornali ne parlano ancora pochissimo, è a tutti evidente che una crisi energetica investirà a brevissimo l’Europa, perché la maggior parte delle risorse prendono ormai la strada dell’est estremo e mancherà l’energia per questioni primarie, con un’impennata dei costi che nessuno sa come potrà essere sostenuta.

L’unico guadagno di questa campagna elettorale è, forse, una prospettiva di lungo periodo dove i candidati delle due parti sono ormai stati sdoganati e nessun cristiano serio metterà più in dubbio che sia legittima la presenza in tutti e tre gli schieramenti - ed è da augurarsi che pian piano i nuovi politici che emergeranno negli anni a venire non si allineino semplicemente ai loro partiti come è avvenuto in questi mesi, bensì prendano le distanze da ciò che è inaccettabile sia nel centro-destra, sia nel centro-sinistra, sia nei 5Stelle.

Rigurgiti di un passato totalitario o laicista sono, fortunatamente, avvertiti dalla maggioranza come inaccettabili per una città come Roma e per un paese come l’Italia. Connivenze con fascismi e laicismi sono relitti del passato, in un paese moderno che vuole crescere oggi, forte delle proprie radici con fronde fresche e vive.  

Sarebbe un grande segno se tanti andassero a votare, al posto di avere un sindaco eletto con il risicato numero del primo turno, perché dobbiamo riscoprire amore alla politica.

Nessuno dei due candidati voleva in origine presentarsi come sindaco di Roma e anche questo è il segno di una crisi. Magari giungessimo alle elezioni future con gente che ama e conosce Roma e non viene scelto come un ripiego, perché nessuno si sente in grado di guidare una città difficile come Roma. Magari si giungesse alle elezioni con candidati che non si limitino più a dire: “Votatemi perché dobbiamo sconfiggerre il nemico, votateci solo perché noi siamo di destra o di sinistra e siamo contro gli altri”.

Ci auguriamo anche che, data l’evidente spaccatura che è già emersa al primo turno e che certamente sarà ribadita domani, che il nuovo sindaco dichiari di essere il sindaco di tutti e, proprio perché l’esigenza della parte opposta ha profonde ragioni, la tenga presente comunque e non si limiti a cantare vittoria, bensì cerchi di comprendere come Roma è una città con diverse anime, che va ascoltata in tutte le sue componenti.