Canzone del bombardamento di San Lorenzo, del partigiano Mario Di Maio. Con una nota storica di Andrea Lonardo

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 22 /08 /2021 - 22:42 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per approfondimenti, cfr. la sezione Fascismo e Liberazione. Per approfondimenti, cfr. anche

Il Centro culturale Gli scritti (22/8/2021)

L’anziano partigiano Mario Di Maio ha cantato nelle celebrazione per la memoria del bombardamento di San Lorenzo, il 19 luglio 2021, una ballata estremamente significativa da lui scritta.

Il testo deve risalire a molti anni addietro, dati i riferimenti storici alle figure citate – basti pensare al nome di Stalin.

Gli americani che bombardarono San Lorenzo sono definiti “infami”. Pur nelle parole di un antifascista essi sono e restano degli “infami” per aver colpito, con lo Scalo merci di San Lorenzo, anche i civili.

La gente, che è la protagonista della storia, è vista nelle sue relazioni familiari, padri e madri che cercano figli, famiglie che si muovono insieme, tutti alla ricerca dei cari.

Il pontefice Pio XII è una figura vista chiaramente in positivo che viene in soccorso del quartiere e non v’è ombra alcuna su di lui: che diversità dalle ideologiche riletture moderne sulla sua figura!

All’opposto il re è un “gran cornutone”. A tutti era chiaro che, mentre il papa non avrebbe mai abbandonato Roma e la popolazione,l i re pensava solo ai propri interessi e, da lì a poco, sarebbe fuggito.

Il duce, Mussolini, è giustamente dipinto peggio ancora del re: è l’infame che con la guerra, ha trascinato l’Italia nel disastro. La critica si indirizza alle sue responsabilità belliche, mentre lascia in ombra le altre malefatte.

Incredibile è ascoltare, a distanza di decenni, l’appello finale a Giuseppe Stalin. L’autore della canzone si professa rivoluzionario e desidera che si instauri un regime come quello sovietico anche in Italia.

Pochi tratti, ma che restituiscono un momento storico. Pochi tratti, ma che permettono di capire quanto fossero diverse allora, rispetto ad oggi, le valutazioni sui diversi “attori” storici del tempo.

Canzone del bombardamento di San Lorenzo

(è possibile ascoltare l’intera canzone in un video al link https://www.noipartigiani.it/mario-di-maio/)

Soneno le sirene, che dolore / Ognuno s’arifugia in un portone / Tra qualche istante senti già sparare / E qualche bomba cade a precisione.

Dopo due ore di bombardamento / de quegli infami degli americani / Uscimo tutti quanti dalle tane e verso casa corremo a guardà.

Dio, che macello / Quando c’arrivo a San Lorenzo bello / Non c’era più un palazzo pe guardallo / Tra le rovine tutta la gente grida / Chi cerca il padre e il figlio / Chi cerca la famiglia.

E dopo qualche ora di passione/  ognuno cerca de fa’ il fagotto e andare via / chi cerca un carettino e chi un furgone / Chi tra li sassi seguita a scava’.

E ‘na vecchietta che ha perduto il core / e cerca il figlio invano e nun lo trova/ pensa tra le mura sia rimasto / e la sua bocca la senti cantare:

“O duce infame, / sta guera tu non la dovevi fare, / ho perso casa e le care persone /ma mo’ che ce fa vive’ tra ‘ste pene / tu devi da crepa lì dentro la prigione”.

Er giorno appresso del bombardamento, il papa che si reca a San Lorenzo / e sfila in mezzo a quella confusione / Insieme al nostro re, gran cornutone.

Mentre la folla piange e grida pace / il papa che li sente li benedice / Ma quel cornuto lì che ascolta e tace. /pensa ‘sta guera qui deve finì.

O duce infame, sta guera tu non la dovevi fare, ho perso casa e le care persone /E noi che siamo dei rivoluzionari, gridiamo: A morte il duce, W Giuseppe Stalin.