Del perché è pericoloso semplificare le posizioni dividendo il mondo in buoni e cattivi, anti-razzisti e razzisti, rispettosi e discriminatori, ecologici e inquinatori, mentre bisognerebbe dichiarare che esistono modi diversi di essere buoni, anti-razzisti, rispettosi e ecologici. E del perché l’intellighenzia, con il suo pensiero binario e moralista e le sue liste di proscrizione, non sta più giovando all’inclusione e al rispetto, di Giovanni Amico

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 17 /08 /2021 - 00:42 am | Permalink | Homepage
- Segnala questo articolo:
These icons link to social bookmarking sites where readers can share and discover new web pages.
  • email
  • Facebook
  • Google
  • Twitter

Riprendiamo sul nostro sito un articolo di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per approfondimenti, cfr. le sezioni Laicità e diritti umani.

Il Centro culturale Gli scritti (16/8/2021)

1/ La questione ecologica

È facile appropriarsi del diploma di ecologisti con progetti riguardanti la plastica. Ebbene io sono ecologista e tengo tantissimo alla salute del pianeta, ma ritengo ben più importante che si insegni che bisogna acquistare oggetti, dai cellulari alle auto, che durino almeno 10 anni.

Io giudico ecologica una pubblicità che dica: “Questa automobile resisterà 10 anni e non dovrai cambiarla per 10 anni”. “Questo cellulare sarà buono per 10 anni e fino ad allora non dovrai cambiarlo”. "Questo frigorifero e questa lavatrice dureranno almeno 10 anni, comprali, perché non si romperanno presto, ma dureranno molto a lungo".

Mi sembra ridicolo dichiararsi ecologisti perché non si usa la plastica e cambiare ogni due anni il cellulare, accumulando così un’enormità di detriti.

La differenza non è fra ecologisti e anti-ecologisti, ma fra modi diversi di valutare cosa è decisivo nell’assumere un atteggiamento green.

Io ritengo che debba far parte di un atteggiamento ecologico utilizzare il meno possibile i condizionatori d’aria e il cibo surgelato. L'utilizzo di cibi surgelati obbliga ad un dispendio di energia incredibile, con un inquinamento pazzesco conseguente, prima per tenere quel cibo in un supermercato per mesi e poi per tenerlo per altre settimane in una casa privata.

Io sono ecologista perché ritengo che non si debbano tenere i condizionatori a palla nelle case private e nelle macchine in città o durante i viaggi, se non in casi eccezionali. Ogni ora di un condizionatore d’aria, per raffreddare l’ambiente in cui io vivo o la mia macchina, riscalda di moltissimo l’atmosfera, se moltiplicato per i miliardi di persone che ne fanno uso. Io, quando giro in macchina, non accendo il condizionatore dell'auto.

Sono modi diversi di essere ecologisti. Invece l’intellighenzia ha deciso che la battaglia ecologica si combatte sulla plastica e sulle auto elettriche (come se queste non ricevessero energia elettrica da fonti derivanti dal carbone!).

Allo stesso modo l'intellighenzia ha deciso che la battaglia ecologista globale - globale, si noti bene - si gioca sull'Europa e non sul resto del mondo. 

Io ritengo, invece, che sia la Cina ad inquinare in maniera spaventosamente più dannosa la terra rispetto all’Europa, che è il continente meno inquinante del pianeta. Mentre chiedo che l’Europa migliori ancora i suoi standard, intendo lottare perché i nostri governi non facciano affari con i prodotti cinesi che vengono realizzati a costi ecologici altissimi, oltre che a costi umani altissimi.

La Cina inquina da sola più di tutto il resto dei paesi sviluppati del mondo, ma la discussione sulla sua politica economica non è tema d’attualità. Inoltre i prodotti di quella nazione - e similmente di altre - non solo hanno già costi ecologici altissimi, ma in più debbono essere traportati attraverso gli oceani con ulteriori danni ecologici e inquinamento da trasporto marino. Ma questo non interessa all’intellighenzia: essa ha deciso che si deve attaccare l’Europa e non la Cina e così fa. Ogni giorno.

Insomma, il vero discrimine non è fra ecologisti e anti-ecologisti, bensì fra coloro che nel campo dell’ecologia trattano dei temi che interessano all’intellighenzia e, dall'altra, coloro che vorrebbero parlare dell’inquinamento su altri temi più scomodi, vedi il consumismo di oggetti sempre all’avanguardia voluti, vedi i congelatori o la politica internazionale.

L’intellighenzia concentra l’attenzione di tutti su temi che lei stabilisce arbitrariamente ed esercita così il suo diktat moralistico, trascurando completamente altre tematiche decisive della questione.

P.S. La necessità di produrre meno plastica, limitando soprattutto la produzione di materiale "usa e getta" di plastica, è a tutti evidente, ma non si deve dimenticare che la vera questione è il suo riciclo: sarebbe sufficiente un buon riciclo a permettere un uso intelligente di essa e di tale riciclo si debbono fare garanti coloro che raccolgono l'immondizia a nome delle diverse nazioni. Quando Greta venne accusata di avere bottiglie di plastica per l'acqua sulla lussuosa imbarcazione a vela che la portò per il solo viaggio di andata nelle Americhe per alcune conferenze, rispose saggiamente che quelle bottiglie di plastica non erano un problema, perchè ne era garantito il riciclo. Una pubblicità che amerei ascoltare potrebbe suonare: "Queste penne di plastica sono fatte con plastica riciclata. Queste confezioni di shampoo, questi mouse, queste coperture dell'iphone sono fatte con plastica riciclata" Ma chi è poi che ricicla la plastica?

2/ La questione dei migranti

L’intellighenzia ha scelto come criterio per stabilire chi è accogliente, tollerante e attento ai migranti la questione dei salvataggi in mare, che è ovviamente una questione importante.

Io ritengo che la questione gravissima che mostra l’indifferenza e il disprezzo verso i migranti sia invece il mancato investimento in denaro ed in idee per creare cooperative di lavoro, perché ogni migrante possa realizzare il suo sogno di inserirsi e di vivere del proprio lavoro e non di elemosina.

Tutti vediamo sempre più immigrati dormire in Italia per strada, tutti vediamo tanti immigrati affacciarsi in maniera sempre più irreversibile alla droga e alle sostanze alcooliche. Tutti vediamo in ogni città italiana i migranti dormire nelle vie, nelle piazze, dinanzi alle chiese. Tutti vediamo che lo sporco delle città aumenta intorno a loro. Tutti vediamo, allo stesso modo, quante donne straniere sono sui marciapiedi a vivere di prostituzione, schiavizzate dai loro magnaccia. Tutti vediamo fiumi di stranieri immigrati nelle mani della malavita a raccogliere pomodori.

È uno scandalo tutto questo e dovrebbe farci vergognare, perché mostra quanto non siamo accoglienti, è uno scandalo tutto quello che si vede nelle strade di una città come Roma, con fiumi di persone per strada a morire di inedia, perché mostra che l'accoglienza è una farsa. Ma nessuno si occupa di tutto questo, né lo Stato, né le Regioni, né i Comuni, né la maggioranza, né la minoranza: la Caritas è lasciata sola a svolgere un qualche sostegno. Nessuno grida all’indifferenza dinanzi a questa vergogna umana, a questo fiume di persone lasciate sole a degradarsi giorno dopo giorno.

Questo per me è il criterio decisivo per vedere se una politica è veramente accogliente verso i migranti: se sono numerose le scelte politiche ed economiche tese a combattere il dramma che vivono gli immigrati una volta che sono sbarcati e sono divenuti dei senza fissa dimora.

Io ritengo che chi non discute dell’enorme aumento dei senza fissa dimora nelle strade di Roma, non ami i migranti. Io ritengo che chi non propone politiche economiche e lavorative che permettano ad un numero crescente di migranti di inserirsi nel mercato lavorativo in maniera sana, anche se è favorevole a salvarli in mare, non ami i migranti. Molte delle ONG si preoccupano dei salvataggi in mare, ma pochissime destinano la maggior parte di fondi alla creazione di nuove cooperative di lavoro per chi sbarca: una volta sbarcati possono pure "naufragare" sui marciapiedi.

Molti di coloro che si ergono a difensori degli immigrati sono assolutamente inattivi e poveri di proposte economiche per aiutarli a terra e, di fatto, se ne infischiano delle condizioni di vita che i nuovi immigrati sono poi costretti a vivere concretamente.

L’intellighenzia ha stabilito arbitrariamente il criterio che divide gli accoglienti e i razzisti. Ha delimitato i confini di coloro che debbono essere esaltati come rispettosi e integranti: sono coloro che parlano dei salvataggi in mare. Ma tale visione è semplificatoria e falsa: non ha senso paragonare i migranti italiani degli inizi del novecento negli USA o in Svizzera, perché allora c’era lavoro in quei paesi. Non basta far entare uno in un paese, perché se non vengono create occasioni di inserimento lavorativo, gli immigrati oggi, a differenza di ieri, continueranno ad allargare le file dei senza fissa dimora.

Fra l’altro, è incredibile che l’Europa sia guidata dal centro-sinistra a Bruxelles e che proprio tale maggioranza impedisca le dislocazioni dei migranti nei diversi paesi nei quali essi vogliono andare. Eppure si continua a dire che sono le minoranze di destra ad essere contrarie alla migrazione.

È certamente vero che anche le destre sono contrarie all’accoglienza di immigranti, ma non si ha il coraggio di dire che è anche le maggioranza di centro-sinistra ad esser contraria: fa leggi protettive dell’Europa del Nord e gioca dinanzi all’opinione pubblica, invece, a fare l’aperturista di facciata.

Ecco nuovamente che la distinzione non è fra accoglienti e respingenti, ma su chi si limita a parlare dei salvataggi in mare e chi dice che, se non si fanno pressione sulla maggioranza di centro-sinistra al governo in Europa perché cambi la sua politica e passi dai proclami verbali alla creazione di opportunità di movimento in Europa per gli immigrati, tutto sarà vano.

È più facile attaccare le destre per ottenere il patentino di "accogliente", senza schierarsi contro la maggioranza europea di centro-sinistra perché si assuma le proprie responsabilità, perché ammetta di non essere accogliente in Europa e perché cambi il proprio atteggiamento, decidendosi a dislocare i migranti nei paesi socialdemocratici del Nord Europa e perché faccia investimenti e cresca il lavoro nei paesi del sud Europa, dove essi sbarcano.

È evidente che non c’è interesse ad integrare i migranti nelle città d’Italia, dove essi stanno diventando una bomba esplosiva a causa del mancato interesse dei politici italiani. Ma in Italia ci si può spacciare per accoglienti anche senza preoccuparsi minimamente della sorte lavorativa dei nuovi immigrati: le condizioni di vita in cui i nuovi immigrati vivono per strada o nelle grinfie della malavita non sono un criterio per verificare se si ha un reale interesse nei loro confronti.

3/ La questione della violenza sessuale e delle fobie

Qui l’intellighenzia ha deciso arbitrariamente due cose.

La prima è che il piano su cui si deve misurare l’avversione alla discriminazione è quello della sessualità.

La seconda è che tale avversione debba essere dimostrata con l’appoggio alla proposta di legge Zan.

Io ritengo, invece, che la prima e più grande diseguaglianza sia quella economica. Un bambino che nasce in una famiglia con uno stipendio modesto ha meno possibilità di crescere.

La grande discriminazione da eliminare è quella della povertà. Chi ha stipendi troppo alti, come quelli dei giornalisti, degli uomini di televisione, dei “comunicatori”, dei cantanti, deve vedere una riduzione di tali stipendi a favore dei lavoratori più poveri.

È incredibile che della diseguaglianza economica l’intellighenzia non parli più. L’intellighenzia che, decenni fa, era all’opposizione ora è al potere: ebbene che agisca in maniera determinata a far aumentare gli stupendi di chi svolge professioni più semplici.

La vera differenza non si pone fra chi è a favore delle discriminazioni e chi è contrario, ma fra chi è contro la discriminazione fondamentale, quella economica e lavorativa, e chi di fatto l’accetta senza combatterla.

L’intellighenzia deve giocare un ruolo determinante in questo. Tutte le altre discriminazioni vengono di conseguenza, ma se non si incide su questa, tutto è falsato.

Ma anche sul secondo punto l’intellighenzia ha stabilito, ancora una volta in maniera arbitraria, chi sia a favore della violenza e della discriminazione chi no: ha stabilito come criterio di conformità l’appoggio alla proposta di legge Zan, mentre, come è noto, molte femministe sono contrarie ad essa.

Io ritengo, invece, che molta della violenza contro la donna e sul genere provenga dalla pornografia diffusa che esiste nella società e sul web. Io ritengo che il vedere e il vendere la donna e l’uomo come puri corpi da cui ottenere piacere, così tipico del mercato della pornografia, sia generatore di una violenza diffusissima  e lo sia fin dall’età dell’adolescenza.

Io ritengo che il discrimine fra chi supinamente accetta la violenza contro la donna e chi combatte la riduzione  a oggetto della donna passi dall’atteggiamento verso la pornografia. La pornografia deve esser combattuta a livello legale, ma prima ancora l’intellighenzia deve intervenire a contestarla culturalmente e ad etichettarla come forma di violenza grave. L’intellighenzia invece cavalca l’idea che l’amore alla pornografia sia libertà e che niente debba essere fatto per contrastarla e che anzi essa debba essere incoraggiata.

Ancora una volta la distinzione non passa fra chi difende la donna e il gender e chi è fobico o addirittura violento e anti-femminista, bensì fra chi sceglie di lottare contro la pornografia e chi ritiene di poter debellare la violenza senza dire nemmeno una parola contro il dominante pensiero cosificante delle immagini.

Concludendo

Chi dà patenti di bontà o cattiveria, chi stabilisce le liste dei favorevoli e contrari alla tolleranza, spesso è un semplificatore che utilizza la tecnica del capro espiatorio per evitare di affrontare a fondo i problemi. Chi agisce accusando sempre altri di non volere i diritti per tutti, autoproclamandosi giusto insieme ai suoi, in realtà, purtroppo, non sta contribuendo al bene, ma sta solo generando confusione.