Il calco di Napoleone scavato e consunto dalla malattia (da un post del Museo Napoleonico di Roma)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 01 /08 /2021 - 13:06 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito un post dalla Pagina FB del Museo Napoleonico di Roma pubblicato il 19/7/2021. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Il settecento, la rivoluzione francese e Napoleone.

Il Centro culturale Gli scritti (1/8/2021)

Nelle ultime sere trascorse a Sant’Elena, un nostalgico Napoleone osserva spesso il cielo. A catturare la sua attenzione, il passaggio di una cometa, che viene da lui interpretato come un triste presagio: lo stesso segno aveva preannunciato la morte di Giulio Cesare.

Alle 5.49 del pomeriggio del 5 maggio 1821 “l’astro di Napoleone” si inabissa. Con le parole “Il n’est plus” il medico Francesco Antonmarchi [N.B. de Gli scritti Antonmarchi, insieme a due preti e a due persone “di servizio” erano stati inviati a Sant’Elena da Napoleone, su sua richiesta, da papa Pio VII e dalla madre Letizia Ramolino; cfr. su questo  La sepoltura della madre di Napoleone, Letizia Ramolino, e dello zio, il cardinal Fesch, a Tarquinia, di Andrea Lonardo] annuncia la fine del grande condottiero, giunta dopo una lunga agonia.

Antonmarchi ha l’incarico di eseguire il calco in gesso del volto dell’imperatore, per tramandare la sua immagine ai posteri. I fonditori Richard e Quesnel, partendo dal calco, realizzeranno nel 1833 la maschera mortuaria in bronzo esposta in mostra. Non sarà l’unica! Diverse versioni circoleranno soprattutto tra familiari, amici e sostenitori.

La tradizione della maschera mortuaria è antichissima. I patrizi romani, in occasione dei cortei funebri, facevano indossare ai parenti che più somigliavano fisicamente agli antenati da onorare dei veri e propri calchi dei volti degli avi (in origine in cera, poi in materiali non deperibili). Viene in mente la celeberrima maschera d’oro di Agamennone, immagine idealizzata di un sovrano dall’identità sfumata, leggendaria.

Il calco del volto di Napoleone ci avvicina invece alla realtà effimera e fallibile di un fu grande uomo dal viso ormai emaciato, scavato dalla malattia e segnato dal dolore. Nonostante la gloria, un mortale.

Nella mostra Napoleone ultimo atto | 5 maggio 2021-9 gennaio 2022 al Museo Napoleonico, potete ammirare: Louis Richard e Edouard Quesnel, “Maschera funeraria”, bronzo, 1833.