1/ Ritrovati al Circeo reperti fossili di nove uomini di Neanderthal. Nuovi ritrovamenti nella Grotta Guattari, conservatisi grazie a un crollo avvenuto 60mila anni fa. Anche molte ossa di animali preistorici, tra cui l'uro e l'orso delle caverne (Redazione Agorà di Avvenire) 2/ La tomba di un Sapiens in Africa, di 78.000 anni fa. Era di un bambino di tre anni, di Adele Lapertosa

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 19 /05 /2021 - 10:00 am | Permalink | Homepage
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1/ Ritrovati al Circeo reperti fossili di nove uomini di Neanderthal. Nuovi ritrovamenti nella Grotta Guattari, conservatisi grazie a un crollo avvenuto 60mila anni fa. Anche molte ossa di animali preistorici, tra cui l'uro e l'orso delle caverne (Redazione Agorà di Avvenire)

Riprendiamo da Avvenire dell’8/5/2021 un articolo della Redazione Agorà. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per ulteriori testi, cfr. la sezione L’uomo e le sue origini.

Il Centro culturale Gli scritti (19/5/2021)

Uno dei crani di Neanderthal 
ritrovati al Circeo - Mic/Ansa

A più di 80 anni dalla scoperta della Grotta Guattari a San Felice Circeo (Latina), una ricerca della Soprintendenza archeologica di Frosinone e Latina in collaborazione con l'Università di Tor Vergata ha portato alla scoperta di reperti fossili "attribuibili a 9 individui di uomo di Neanderthal". Lo annuncia il ministro della Cultura, Dario Franceschini: "Un ritrovamento eccezionale che arricchisce le ricerche sul tema". Sono emersi anche resti di iena, rinoceronte, elefante, cervo gigante, dell'orso delle caverne e di altri animali.

Le prime scoperte nel 1939

Le indagini, ancora in corso, sono cominciate nell'autunno del 2020 nell'ambito di un'operazione di messa in sicurezza della grotta Guattari, che prende il nome dal suo scopritore, proprietario del terreno su cui insiste il sito e dove nel febbraio del 1939 fu rinvenuto un primo cranio. Già all'epoca, grazie agli studi del paleontologo Alberto Carlo Blanc, si era compresa la grandissima rilevanza di questo sito, classificato come uno dei più importanti del paleolitico medio europeo.

Uno degli scheletri di Neanderthal 
ritrovati al Circeo - Mic/Ansa

La grotta "protetta" da un crollo 60mila anni fa

"Un ambiente assolutamente unico", spiega Mario Rolfo, docente di archeologia preistorica dell'Università di Tor Vergata, perché un crollo, forse dovuto a un terremoto, ne chiuse l'ingresso circa 60mila anni fa. Al suo interno, stratificata nel tempo, una straordinaria banca dati di elementi fossili, resti di vegetali, di umani e anche di animali dei quali non si conosceva la presenza in queste zone, elementi che secondo i ricercatori permetteranno di ricostruire la storia di tutto il Circeo e della pianura pontina, luoghi che l'uomo di Neanderthal ha frequentato per un arco di tempo che va da 300mila ad almeno 50mila anni fa. E questo, sottolinea Francesco Di Mario, funzionario archeologo della Soprintendenza e direttore dello scavo, "grazie anche alle tecnologie attuali, di cui gli studiosi di metà Novecento non potevano assolutamente disporre".

I nuovi ritrovamenti

La nuova indagine si è estesa in particolare a un'area della grotta che non era stata toccata nemmeno dal lavoro di Blanc. Si tratta della zona detta "del laghetto", perché da ottobre ad aprile viene allagata dalla falda sottostante. Proprio in quell'area sono stati rinvenuti diversi resti umani, tra cui una calotta cranica, un frammento di occipitale, frammenti di cranio (anche due emifrontali), frammenti di mandibola, due denti, tre femori parziali e altri frammenti in corso di identificazione. Tra i nuovi individui ricostruiti dagli archeologi, 9 in tutto che si aggiungono ai 2 già ricostruiti nel 1939, c'è una sola femmina. I resti risalgono comunque ad epoche diverse. In particolare 8 sono di ominidi vissuti tra i 50mila e i 68mila anni fa, mentre il più antico di loro avrebbe tra i 100mila e i 90mila anni.

Ad arricchire il quadro una moltitudine di resti animali, a partire dalle iene che sono state le ultime ad usare la grotta come tana dove trascinavano le carcasse delle loro prede. Un elenco incredibile e affascinante che va dall'uro, un grande bovino oggi estinto, al cervo nobile, dal rinoceronte al cervo gigante (Megaloceros), dall'orso delle caverne all'elefante e al cavallo selvatico.

L'interno della Grotta Guattari 
al Circeo - Mic/Ansa

L'obiettivo delle ricerche

Le indagini coinvolgono studiosi di diversi enti di ricerca: Ingv, Cnr/Igag, Università di Pisa, Università di Roma La Sapienza. L'obiettivo, spiegano, è ricostruire il quadro paleoecologico della pianura Pontina tra i 125mila e i circa 50mila anni fa, quando quelli che sono sempre stati indicati come "cugini" dell'homo sapiens - misteriosamente estinti all'incirca nel 26.000 a.C. - frequentavano il territorio laziale.

Scavi e indagini sono stati estesi anche all'esterno della grotta dove sono state individuate stratigrafie e paleosuperfici di frequentazione databili tra i 60mila e i 125mila anni fa che testimoniano i momenti di vita dell'uomo di Neanderthal, i luoghi dove stazionava e dove, accendendo il fuoco, si cibava delle proprie prede. Il ritrovamento di carbone e ossa animali combuste, spiegano i ricercatori, autorizza a ipotizzare la presenza di un focolare strutturato.

"Una scoperta che permetterà di gettare una luce importante sulla storia del popolamento dell'Italia - fa notare Mario Rubini, direttore del servizio di antropologia della Sabap per le province di Frosinone e Latina -. L'uomo di Neanderthal è una tappa fondamentale dell'evoluzione umana, rappresenta il vertice di una specie ed è la prima società umana di cui possiamo parlare".

Un frammento di mandibola ritrovato 
nella Grotta Guattari al Circeo - Mic/Ansa

2/ La tomba di un Sapiens in Africa, di 78.000 anni fa. Era di un bambino di tre anni, di Adele Lapertosa  

Riprendiamo dal notiziario ANSA una notizia del 6/5/2021 firmata da Adele Lapertosa . Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per ulteriori testi, cfr. la sezione L’uomo e le sue origini.

Il Centro culturale Gli scritti (19/5/2021)

Ricostruzione artistica della posizione in cui Mtoto 
era stato sepolto (fonte: Fernando Fueyo) -
RIPRODUZIONE RISERVATA

Quando è morto aveva quasi tre anni e chi viveva con lui si è preoccupato di dargli una sepoltura, scavando una tomba in un luogo protetto dalle intemperie: è la storia raccontata dalla tomba di 78.000 anni fa, scoperta in una grotta in Kenya ed è la sepoltura intenzionale più antica di un Homo Sapiens, cioè dell'uomo moderno, mai trovata in Africa. Le tappe che hanno portato alla scoperta, avvenuta per gradi grazie all'uso di tecnologie all'avanguardia, sono descritte sulla rivista Nature dal gruppo del Centro nazionale di ricerca sull'evoluzione umana di Burgos, diretto da Maria Martinon-Torres, che ha condotto la ricerca in collaborazione con l'Istituto Max Planck di Jena.

Finora le ricerche sull'evoluzione del comportamento umano moderno in Africa si sono concentrate sull'età della Pietra, tra 280.000 e 25.000 anni fa, ma le tracce di sepolture di questo periodo sono piuttosto scarse nel continente. Per questo i ricercatori sono rimasti sorpresi nello scoprire, nella grotta di Panga ya Saidi, lo scheletro parziale di un bambino di 2,5-3 anni. Lo hanno chiamato di Mtoto ('bambino' in Swahili). La tomba è stata scavata intenzionalmente per la sepoltura fino alla profondità 3 metri e il bambino era stato ricoperto con i sedimenti raccolti dal pavimento della grotta. Dalle ossa rimaste si è dedotto che le caratteristiche dentali sono quelle dell'Homo Sapiens.

"Abbiamo scoperto per primo il cranio, con l'articolazione della mandibola intatta e qualche dente da latte non ancora spuntato", scrive Martinon-Torres. "La colonna vertebrale e le costole - prosegue la ricercatrice - erano incredibilmente ben preservate, il che suggerisce che il corpo si sia decomposto nella fossa in cui è stato sepolto". Le analisi successive delle ossa e del suolo della caverna hanno poi confermato che il corpo del bambino era stato ricoperto velocemente dopo la sepoltura. In altre parole Mtoto era stato sepolto intenzionalmente poco dopo la sua morte.

"La posizione della testa suggerisce inoltre che vi fosse un supporto, come un cuscino, segno che la comunità cui apparteneva il bambino aveva eseguito una sorta di rito funerario", osserva Martinon-Torres. Ciò indica, secondo gli studiosi, che i comportamenti funerari degli uomini moderni in Africa non erano diversi da quelli dei Neanderthal e dei primi uomini moderni nell'Eurasia, dei quali sono state trovate diverse sepolture di adulti e bambini, ma ben più antiche, risalenti a 120.000 anni fa. "L'inumazione è una pratica condivisa tra Sapiens e Neanderthal - commenta Marco Peresani, del dipartimento di Scienze preistoriche dell'Università di Ferrara - Questa scoperta potrebbe aiutare a capire i flussi migratori dei Sapiens in Africa e fuori".