«Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me» (Gv 5,39). La lettura cristologica dell’Antico Testamento (che per questo diviene tale per i cristiani) nella prospettiva di Gesù, di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per approfondimenti, cfr. la sezione Leggere la Bibbia; cfr. in particolare il tag Tipologia.
Il Centro culturale Gli scritti (18/4/2021)
«Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me». Così ricorda l’evangelista Giovanni (Gv 5,39). Allo stesso modo il Vangelo di Luca proclama che Gesù risorto dice ai discepoli di Emmaus: «Cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui» (Lc 24,27).
Tutti e quattro i vangeli sono intessuti di continui richiami ai libri della Bibbia, per indicare che essi si compiono in Cristo. Solo la sua persona sembra essere la chiave per comprendere passaggi come quelli del Servo di Dio o dell’Emmanuele, così come di tanti altri versi chiari o oscuri.
Marius Reiser ha coniato l’espressione di “testi senza padrone” per indicare quei passaggi chiave che solo in Cristo sembrano trovare la figura che pienamente vi corrisponde, mentre nessun personaggio storico a lui precedente sembra adeguarvisi pienamente (cfr. su questo Nella Scrittura ci sono brani senza padrone fino alla venuta di Gesù, di Andrea Lonardo).
Su tale principio si fonderà tutta l’esegesi patristica, che pur nelle immense differenze di autori, a partire dalle differenze delle due scuole, quella “allegorica” alessandrina e quella “letterale” antiochena: tutte le Scritture parlano di Cristo. Lo sosteneva con forza il grande studioso dell’esegesi patristica Manlio Simonetti che ha passato la vita a cogliere la differenza di prospettiva fra i diversi autori antichi, ma sempre concordando sul fatto che essi, tutti e senza nessuna esclusione, partivano da tale presupposto: le Scritture veterotestamentarie danno testimonianza di Cristo.