La progressiva scomparsa della privacy e la burocratizzazione estrema del tempo presente: il rischio reale del tramonto della libertà, di Giovanni Amico
Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Laicità e diritti umani.
Il Centro culturale Gli scritti (10/3/2021)
Diversi autori di blog molto attivi sui social stanno sostenendo, a torto, che il virus sarebbe stato “creato” per sopprimere libertà individuali.
Così facendo negano l’assoluta novità della presenta stagione nella quale il mondo intero si sta confrontando con la debolezza della natura umana e l’affanno della scienza e della medicina.
Non sono le disposizioni contro il virus che vengono via via emanate per combatterlo ad essere un pericolo, anzi esse sono necessarie.
Tale polemica nasconde piuttosto la grande questione che è quella della libertà nel tempo presente.
I veri pericoli contro la libertà della persona e delle realtà sociali basilari – che dovrebbero essere sostenute dalla sussidiarietà dello Stato – sono invece di due tipi.
1/ Il primo pericolo è la scomparsa di qualsiasi privacy individuale che si profila man mano che il web si estende. Con gli ipocriti messaggi che si trovano all’apertura di qualsiasi sito che si intende consultare – “ci teniamo alla tua privacy” - o con le altrettanto apparentemente protettive concessioni al trattamento di dati che tutti gli uffici e le aziende impongono di firmare per acquistare qualcosa o anche solo per mantenere un conto in banca o utilizzare un numero telefonico o un account per navigare, i dati di ogni persona vengono consegnati a quella ditta con la quale si stipula un contratto.
Avremo a breve la spinosissima questione che qualsivoglia uomo politico che si presenti alle elezioni potrebbe vedersi da un momento all’altro pubblicare da qualche hacker tutti i siti sui quali ha navigato, le mail che ha inviate, le foto che ha spedito, fin dalla sua primissima infanzia.
2/ Il secondo pericolo è l’accresciuta burocratizzazione e formalizzazione di qualsivoglia procedura. In apparenza – e a ragione – si dichiara che tutto è ai fini di una maggiore trasparenza e in vista di una lotta ai sistemi criminali, ma nella realtà avviene che le grandi imprese malavitose continuano a prosperare perché hanno i modi di stornare fondi e dati, mentre la persona singola e le piccole realtà comunitarie sono impossibilitate a realizzare qualsiasi nuovo progetto.
Moltissime persone del mondo della cooperazione e della carità mi confermano che è sempre più difficile aprire una cooperativa, una casa famiglia, un’opere di carità, così come è sempre più difficile creare lavoro, perché tutto si ferma dinanzi ad una serie infinita di codicilli volti a garantire questo e quello, ma che, di fatto, rendono possibile agire solo alle grandi imprese con grandi commercialisti e grandi avvocati.
Il paradosso è evidente nelle politiche di Facebook, Google e altri che preferiscono pagare le multe, piuttosto che conformarsi alle leggi: il danno economico di conformarsi ai codicilli sarebbe maggiore, per cui violano la privacy e pagano le multe, piuttosto che cessare di violarla. Questo non è possibile per chi gestisce un piccolo blog o un piccolo sito e la sua attività è invece paralizzata dai codiclli.
Anche la paventata scomparsa della moneta appare una prospettiva terrificante, poiché la necessità di registrare ogni passaggio monetario impedirà ai poveri di comprare qualsiasi cosa e a tutti di fare la carità o di fare le proprie offerte alle comunità amate.
Il grande malavitoso continuerà ad aggirare gli ostacoli fiscali, mentre il semplice cittadino si vedrà impossibilitato ad una vera libertà di azione, anche economica.