Io sono per l’equality, di Giovanni Amico
Riprendiamo su nostro sito un testo di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per ulteriori testi, cfr. la sezione Carità e giustizia.
Il Centro culturale Gli scritti (21/2/2021)
Io sono per l’equality. L’equality quella vera, quella economica, quella che permette a tutti uguali opportunità.
Nessun giornalista, nessun uomo di spettacolo o di televisione, nessun politico, nessun avvocato o notaio, deve avere più di 1000 euro di stipendio mensile in più rispetto ad un autista di autobus di bus cittadini o ad un maestro elementare o ad un commesso di supermercato.
1000 euro in più al mese sono già tanti: molti potrebbero dire che non c’è equality se un maestro elementare ha uno stipendio di 1500 euro ed un giornalista alla Fazio o alla Littizzetto o un editorialista della Repubblica o del Corriere della Sera o un avvocato o un presentatore o un ospite di Sanremo 2500 euro, perché quei 1000 in più sono troppi, sono diseguaglianza, non sono equality.
Ma passino 1000 euro in più: 1000 euro in più sono sufficienti se il tuo lavoro richiede grandi responsabilità (anche se - si potrebbe domandare - che cosa richiede maggiore responsabilità del lavoro di un maestro elementare o di un autista di bus pubblico?). Però ogni euro in più rispetto a quei 1000 distrugge l’equality.
Chi accetta questo parli di equality, gli altri, per favore, tacciano.
Da secoli ci si batte per l’eguaglianza vera, quella economica, quella che discrimina alla radice e obbliga a condurre vite diverse: oggi si finge, invece, di essere per l’eguaglianza senza nemmeno nominare la disparità degli stipendi: torniamo a parlare dell’equality madre, di quella che riguarda tutti, tutti, proprio tutti, quella che rimette tutto a posto e da cui discendono tutte le altre equality.
Stipendi simili per tutti, senza privilegi di casta. Io sono per l’equality.