Andrea Lucchetta: «Appena alzata la Coppa del mondo al cielo, mi sono sentito svuotare completamente, perché tutto quello per cui avevo lottato se n’era andato». Immagine potente di tutta una vita, di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito un articolo di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Educazione e tempo libero.
Il Centro culturale Gli scritti (14/2/2021)
Nel video, le parole di Andrea Lucchetta in lacrime sono al minuto 10.45 ca.
Alla fine di questo video meraviglioso che racconta la semifinale e la finale dei Mondiali di pallavolo vinta dall’Italia nel 1990, Andrea Lucchetta in lacrime, a distanza di tanto tempo, commenta:
«E quindi è stato un qualcosa che poi, alla fin fine, però è sfociato in un momento di tristezza totale.
Perché quando siamo arrivati sul podio, quando abbiamo alzato la coppa al cielo e ho passato quella coppa che rappresentava fondamentalmente il sogno di una vita, lì ho realizzato che questo sogno era finito, quello per cui avevamo cercato di lottare, di vincere, per cui avevi cercato di sacrificarti per poter arrivare a raggiungerlo, se n’era andato.
E cosa ti rimaneva? la tristezza di quell’attimo fuggente.
Eh! Per cui mi sono sentito svuotare completamente».
Quanta serietà e verità nelle sue parole. Sarebbero da vedere e meditare con i giovani di tutte le scuole e le parrocchie. La felicità non consiste nel raggiungere un obiettivo, nel toccare un piacere. Tutti i risultati e tutti i piaceri portano scritto: “Un po’ più in là” e “Non sono io che ti basterò”. Solo se vissuti come segni di qualcosa di più grande che li abbraccia, tutti i risultati e i piaceri trovano senso, altrimenti portano con sé l’esperienza del vuoto.