Sic transit gloria mundi. Della fugacità del Governo Conte come immagine della vita. Breve nota di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. le sezioni Politica e Sacra Scrittura: Libri sapienziali.
Il Centro culturale Gli scritti (7/2/2021)
Il Qohelet non è solo un grande libro: ciò che dice Qohelet è vero, questa è la grande questione. Ed è vero dinanzi alla pandemia, quando l’uomo scopre che difficilmente vivrà più di 80 anni.
Ma è vero anche dinanzi alla figura di Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio di due Governi successivi, che ha avuto meriti innegabili.
La sua traiettoria politica si è conclusa in un attimo.
Ancora solo un mese prima della sua caduta i giornali tuonavano con le loro proporzioni, affermando che Conte era stabile nella stima degli italiani.
I sondaggi IPSOS rivelavano che, se il Governo aveva, nel suo insieme, l’apprezzamento maggioritario degli italiani, Conte raggiungeva il 57 % il 19 dicembre 2020, addirittura il 65% al 9 maggio 2020 (l’immagine che alleghiamo offre l’evoluzione delle percentuali di apprezzamento, quasi sempre stabili sopra il 50%).
Il dramma della politica e della vita, a cui non ci rassegniamo ad abituarci, è che ora Conte, come Presidente del Consiglio, non c’è più. Era il punto di riferimento, con i suoi DPCM – la trasmissione più ascoltata in assoluto nell’Italia della pandemia, ed ora non conta più nulla.
Si noti bene, queste brevi righe non sono di taglio politico, ma esistenziale. Lo stesso accadrà di Zingaretti, Renzi, Salvini, Meloni, Di Maio e compagnia bella. Basterà un mutamento politico, l’emergere di un nuovo leader, o anche solo una malattia qualsiasi che ne decreterà la morte: tra qualche anno a stento se ne ricorderanno i nomi.
Addirittura di nome ben più grandi, come quelli di Aldo Moro di Giuseppe Dossetti o di Giorgio La Pira, a stento i giovani conoscono qualcosa. Lo stesso avverrà di Obama, di Trump e di Biden.
No, decisamente, l’uomo non conta solo per il suo operato storico, come pretendeva la filosofia del novecento. Come dice Qohelet, ciò che conta sarà il giudizio di Dio, quando ognuno avrà il suo vero nome e sarà eterno.
Il potere e la gloria degli uomini in terra, invece, sono abbastanza fugaci, come mostra la repentina caduta di Conte. Sic transit gloria mundi.