Un Natale confuso e un fatto chiaro. Sforziamoci di ricordare chi nasce, da 2.020 anni, di Giacomo Poretti
Riprendiamo da Avvenire del 23/12/2020 un articolo di Giacomo Poretti. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Liturgia.
Il Centro culturale Gli scritti (27/12/2020)
L’edizione 2020 del Natale verrà ricordata come la più confusa e ambigua della storia. Come si sa il 25 dicembre vive ormai da tempo sul crinale dell’ambiguità, indeciso se essere considerato come una favola collettiva oppure se assurgere a festa di gala del Pil.
Le autorità finanziarie internazionali, confermando il loro pragmatismo, considerano il Natale come la festività più importante dell’anno, di gran lunga più significativa di san Valentino, Halloween, e ovviamente tutti i compleanni, feste di laurea e anniversari, cresime e comunioni e battesimi: sono le cosiddette festività gold che portano in totale al raggiungimento del 35% del Pil nazionale.
Le autorità religiose considerano il Natale come la festività con maggior afflusso nelle chiese, (25% in più rispetto a tutto l’anno, con presenze anche di atei devoti, scettici e agnostici tolleranti) molto più che a Pasqua, il dimenticato Corpus Domini e il 15 di agosto, dove, la maggior parte dei credenti ritiene, con annesso senso di colpa, che sia francamente impossibile rinunciare a una grigliata al posto della Messa.
Entrambe le autorità preposte ai conti e ai culti, data l’emergenza virulenta, sono rassegnate a una edizione sottotono: sono previste percentuali negative di consumi che nemmeno ai tempi del 1929 sono state segnalate, e presenze in chiesa addirittura inferiori perfino ai tempi di Diocleziano.
Se è vero che il 25 dicembre è sempre stato caratterizzato da una ambiguità quasi antropologica che divideva le persone in due categorie, felici che arrivi il 25 dicembre o angosciati che arrivi, ecco quest’anno si invertiranno i sentimenti: i felici saranno meno felici perché riceveranno meno regali e faranno meno sciate, e gli infelici saranno meno infelici perché avranno la scusa di non poter pranzare con gli zii; se è vero che il 25 dicembre è un giorno atteso e temuto, c’è da aggiungere che forse stiamo facendo una gran confusione.
Il giorno di Natale si festeggia un compleanno, da 2.020 anni è un compleanno, e si sa che scherzi giochi il tempo e la memoria: i fatti rischiano di cambiare, di modificarsi, di diventare altro: sarebbe come se al compleanno di nostra moglie ci presentassimo a casa urlanti e invasati vestiti di nerazzurro dicendo che quel giorno è l’anniversario del Triplete.
A Natale si festeggia un compleanno.
So che non è facile ricordare chi è nato, ma val la pena di sforzare la nostra memoria.
Ne va della nostra vita.