«Aiutiamoli a casa loro»: la linea contraccettiva che gli organismi internazionali vorrebbero imporre all’Africa per ridurre il numero dei possibili migranti, in un’ottica di colonialismo culturale. Breve nota di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Immigrazione e accoglienza.
Il Centro culturale Gli scritti (27/12/2020)
Quando si sente ripetere «Aiutiamoli a casa loro», ci si attende che chi pronuncia tale prospettiva sia un nazionalista o un sovranista. Questo è, invece, anche il motto implicito delle grandi organizzazione internazionali che intendono risolvere i problemi dell’Africa con una massiccia dose di propaganda contraccettiva.
Al posto di innamorarsi della gioia di generare di quelle culture, ecco che gli organismi internazionali intendono importare le logiche sessuali e affettive dell’occidente anche all’Africa, con l’idea che limitandone la natalità sia spalanchino le porte ad un progresso economico e, quindi, ad un abbandono dell’ideale migratorio.
È un vero e proprio «Aiutiamoli a casa loro» che non convince: facciamo nascere meno bambini africani e così il loro sviluppo sarà garantito! Tristissimo è che, in alcuni, casi, gli organismi internazionali affermino. alla luce del sole o nell’ombra, che gli aiuti umanitari saranno devoluti a condizione che i paesi destinatari di essi adottino precise linee guida occidentali sulla infecondità o sul gender, altrimenti i contributi non saranno devoluti. La cultura occidentale deve essere imposta – secondo tali organizzazioni - agli antichi costumi africani.
In un tempo di neolingua, è così facile utilizzare espressioni infamanti come «Aiutiamoli a casa loro» contro altri, mentre si persegue la stessa visione.