Con la sinodalità non si scherza, di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Ecclesiologia.
Il Centro culturale Gli scritti (23/12/2020)
La questione della sinodalità non è mai astratta. Se, infatti, si fa una proposta senza che le persone siano persuase, senza che si sia valorizzato in maniera evidente il contributo critico - ovviamente quello intelligente - che si è levato, ecco che essa verrà accolto in maniera debole, come un obbligo da realizzare, senza slancio, senza entusiasmo.
Negli incontri di una comunità dove la sinodalità è solo apparente, pian piano si vedrà diminuire il numero delle persone, perché tutto sarà senza effettiva partecipazione e mancherà il trascinamento dato da una convinzione condivisa.
Certo esiste anche la cefalità, si può imporre qualcosa, ma anche lì deve valere la capacità di chi propone di persuadere, di trascinare. In questo caso, si potrà iniziare anche senza una sinodalità convinta previa, ma essa verrà via via, per lo slancio che si genererà. Dato che chi presiede sa convincere (vincere insieme!).
Certo è che con la sinodalità non si scherza. O sei veramente sinodale e riesci ad ascoltare ciò che le persone sentono, avvertono, condividono, oppure il risultato è che ti ritrovi solo.