La tuffatrice. Tania Cagnotto rinuncia alle Olimpiadi: il vero oro è un altro figlio, di Furio Zara
Riprendiamo da Avvenire del 10/8/2020 un articolo di Furio Zara. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Tempo libero e sport.
Il Centro culturale Gli scritti (31/1/2021)
Ferma la giostra, la vita reclama spazio. C’è un figlio in arrivo, bisogna tuffarsi dentro una nuova avventura. La forma dell’acqua assume i contorni dell’amore. Tania Cagnotto scende qui. «Smetto con il nuoto. Sarò ancora mamma». A 35 anni, scelta quasi sicuramente definitiva per la più grande tuffatrice italiana, l’unica ad aver vinto una medaglia d’oro al Mondiale. Ciao Tokyo 2021, niente Olimpiadi. È un addio con la mano appoggiata al ventre, ogni nuovo inizio è una carezza. Sposata con il commercialista e skipper per passione Stefano Pariolin dal 2016, madre di Maya, due anni; Tania Cagnotto, a sua volta figlia d’arte, mette la prolunga alla dinastia. No regrets, nessun rimpianto per questa ragazza che in carriera ha messo in fila 62 medaglie, di cui 34 d’oro, risultando a tutt’oggi la più decorata tuffatrice europea. Si stava allenando per le Olimpiadi. Ma la vita non avvisa, semplicemente si rivela.
Ci credeva, Tania; nonostante il lockdown avesse interrotto la rincorsa, tra ansie e domande sul futuro. A convincerla era stata Francesca Dallapè, l’amica del cuore, la collega, quando già lei aveva dato le spalle al trampolino: possiamo farcela, Tania. Mamme volanti, punte dei piedi che ballano prima del tuffo, i capelli e le ambizioni raccolte in una ciocca. Quattro anni fa – ai Giochi di Rio, la quinta Olimpiade per Cagnotto – era arrivato l’argento in coppia: podio inatteso e bellissimo, il fuoco bruciava ancora. Oggi la virata, simile a una di quelle acrobazie che fanno parte del repertorio di Cagnotto; oltre la piscina c’è un altro mare da navigare, quello di una quotidianità che richiede presenza, sacrificio, sogni e pappette da condividere. Non ci saranno passi indietro, nessuna second life da mamma vincente, magari l’eterna Josefa Idem che alzava coppe e preparava biberon nella stessa giornata o come Serena Williams che a gennaio è tornata a vincere – gli Auckland Open – e vicino a sé ha voluto la piccola Alexis Olimpia, come a voler ribadire: yes, we can; sì, siamo così forti – noi donne – da poterci sdoppiare, mamme e campionesse.
Ai suoi 40.000 follower su Instagram l’atleta bolzanina ha consegnato parole sincere: «È stata una scelta davvero difficile. Da una parte la voglia di partecipare alla mia 6ª Olimpiade da mamma con il grande sogno di portare la bandiera e dall’altra il desiderio di allargare la famiglia. Ebbene sì, questa volta ho scelto la vita, la famiglia e poco dopo il destino ha voluto regalarmi una nuova vita dentro di me, già felice per la mia scelta». In fondo non c’è poi molta differenza tra il tuffo e la gravidanza, l’entrata in acqua – dopo lo stacco e la fase di volo – è l’ingresso in un nuovo mondo, lo stesso che attende il figlio di Tania Cagnotto. Non ci sono bandiere da sventolare, ma l’orgoglio di mamma da custodire. E certe medaglie brillano negli occhi, prima ancora di appuntarle al petto.