Contro la violenza sulle donne: il marcio purtroppo anche nel mondo del cinema e del teatro, della cultura e dell’informazione e la vergogna del silenzio sulla pornografia, di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. le sezioni Le nuove schiavitù.
Il Centro culturale Gli scritti (25/11/2020)
Il mondo del cinema e del teatro, dei media e della comunicazione, purtroppo non è terreno sicuro per le donne.
In molti casi proprio il mondo dell’elaborazione del pensiero e della comunicazione esercita violenza, talvolta fisica, ma ancor più subdola, sulle donne.
Anzi, secondo le denunce della campagna #metoo, le percentuali di molestie sessuali potrebbero essere addirittura superiori nel mondo dei media che in altri ambienti.
Riprendiamo qui, per denunciare il dramma delle molestie, alcuni dati che debbono interrogare, anche se più sommersi e meno noti rispetto alle terribili denunce che sono state rivolte al mondo cinematografico di Hollywood.
In Svezia, paese “immagine” per eccellenza della modernità, sono state ben 456 le attrici che, congiuntamente, hanno denunciato di aver subito approcci sessuali violenti da parte di colleghi - registi e personale teatrale e cinematografico -, nel corso della loro carriera, ma soprattutto, nei primi anni.
Molti sostengono a ragione che il mondo dello spettacolo italiano non sia diverso da quello svedese e che giovani attrici – ma anche giovani attori –, così come presentatrici e giornaliste alle prime armi, siano obbligate a subire profferte sessuali di ogni tipo, quando si affacciano al bel mondo per iniziare la loro carriera.
Cfr. su questo:
Incredibili sono le accuse emerse, poi, intorno al Nobel per la Letteratura che ha visto addirittura la sospensione per un anno dell’assegnazione del Premio nel 2019 per le accuse su molestie sessuali.
Ma ancora più incredibile è l’assenza di una lotta nei confronti della pornografia. Nell'industria cinematografica della pornografia viene costruito tutto un immaginario che è propedeutico alla violenza, perché lì tutto è finalizzato alla riduzione della donna a puro corpo da cui trarre piacere. Ma, per raggiungere questo risultato, si deve prima passare sopra attrici donne concrete - ma ovviamente anche su uomini - che, in corpo e anima, vengono usate come macchine sessuali.
Cfr. su questo Della schizofrenia di chi esalta femminismo e pornografia, di Andrea Lonardo.
Aggiungo anche dei riferimenti più personali. Alcuni mesi fa abbiamo fatto un pellegrinaggio notturno con un gruppo di universitari. Ebbene ad ogni angolo c'era qualcuno che, ritenendoci un gruppo di turisti, ci provava con le ragazze. Molti mi hanno confermato che una ragazza carina non può andare da sola per strada senza che ognuno si senta in "diritto" di fermarla, di chiederle il numero del cellulare e così via, fino ad apprezzamenti ben più grevi.
Ancora di più: tante, in tanti momenti diversi o durante la confessione, mi hanno raccontato che se vuoi andare a ballare e ti rifiuti di bere, di ubriacarti, sei presa in giro, perché non ti lasci andare. Una ragazza che volesse solo andare a ballare, senza essere disponibile per altro, viene apostrofata come "suora" - e qui l'offesa verbale e la violenza colpiscono quella ragazza e le donne che sono "suore" - e deve sopportare ogni tipo di insulti perché non si confà alla massa.