Gioie e questioni delle vacanze moderne. Solo tre note, di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Tempo libero.
Il Centro culturale Gli scritti (13/9/2020)
1/ La felicità dei volti
Una delle cose più belle dei social è vedere la felicità delle persone. Se qualcuno fosse triste, ha ancora un’ultima ed estrema possibilità di felicità: gioire della felicità degli altri. È bellissimo vedere la gioia delle persone, nei diversi luoghi, con i loro amori, con le loro famiglie, con i loro figli, al cospetto del creato.
Fa bene vedere la gioia degli uomini.
Nei fratelli Karamazov è scritto:
«Non il dolore, ma la gioia degli uomini ha commosso Cristo, alla gioia degli uomini volle cooperare [...] “Chi ama gli uomini, ama anche la loro gioia” così ripeteva il mio staretz ad ogni occasione».
E ancora dice Mitja:
«Giacché è Dio che dà la gioia, è questo il privilegio Suo, sublime [...] Signore, si sciolga il gelo dell’uomo nella preghiera [...] E sempre viva Dio e la Sua gioia! Io sento amore per Lui».
Per questo a me paiono belli i selfie di tantissimi che si fotografano felici e sorridenti. Vivano loro e la loro gioia.
2/ Anche nelle vacanze si osserva il terribile declinare verso un “prassismo”, che mette tutti in coda a fare qualcosa
Tutta la società corre verso uno sterile prassismo, dove l’ossessione è il fare. Anche le vacanze ne sono contagiate. In alcuni luoghi le persone si mettono in coda, come in una catena di montaggio a fare, ad esempio, i “voli dell’angelo”, uno dopo l’altro in sequenza, senza minimamente cercare di capire il posto nel quale sono capitati, la sua storia, la bellezza di quella peculiare natura. Ciò che conta è buttarsi, uno dopo l’altro, e avere il video per i social o la go pro. Tutto il resto, talvolta, è nulla.
Ecco, insomma, due facce delle vacanze, perché l’uomo è sempre teso fra la grazia e il peccato e anche le vacanze vivono della libertà delle persone e risentono del contesto culturale.
3/ La grande questione delle strade moderne
Una grande questione che non può non essere posta è quella delle strade sempre più veloci che tagliano, però, sempre più fuori ogni vecchio abitato, ogni paese, ogni località secondaria. Mentre alcuni decenni fa un tragitto richiedeva molto tempo, aveva però il vantaggio di attraversare borghi e paesi, colline e valli, permettendo di entrare nel paesaggio e nelle consuetudini del luogo.
Oggi, invece, le strade veloci, con viadotti e gallerie, collegano direttamente i grandi centri turistici e la vita di ogni realtà piccola, anche se appena a qualche chilometro dalla nuova strada a scorrimento veloce, è come dimenticata. A quel punto perde interesse anche per i suoi abitanti e si spopola, perché perde parte della sua ragion d’essere. È tutto un mondo che è come se non esistesse più, anche se è lì ad un passo.
Tutti i vecchi ristoranti, i vecchi bar, i vecchi locali di quei paesi, che erano soccorso per i viaggiatori, sono ormai irraggiungibili, chiudono e vengono sostituiti dagli autogrill, tutti omologati, che sono immediatamente a fianco della via che corre veloce.