Il pensiero binario, dalla cannabis all’omotransfobia, di Giovanni Amico

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 05 /08 /2020 - 16:59 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito un articolo di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Laicità.

Il Centro culturale Gli scritti (5/8/2020)

    Enormi manifesti che sponsorizzano la "cannabis light" 
ai piedi del Campidoglio nel luglio 2020

A me e ad altri de Gli scritti appare sempre più fulminante e illuminante una battuta di Giovanni Lindo Ferretti che anni fa, intervistato sul papa, rispose che gli “intellettuali”[1] adottano un sistema “binario”: o sei carnefice o sei vittima.

E questo nonostante tutti gli avvertimenti sul pensiero complesso, sulle sfumature, sul bene e sul male che continuamente si intrecciano.

Poniamo oggi in evidenza due ambiti in cui gli “intellettuali” semplificano in forma binaria alla faccia della complessità dei problemi.

1/ La cannabis

Sui quotidiani si insiste sulla liberalizzazione della cannabis, piovono articoli sul bene che farebbe alla psiche e sul suo buon utilizzo in campo medico. Contemporaneamente manifesti pubblicitari di amplissime dimensioni vengono piazzati ovunque in Italia – recentemente campeggiavano sotto il Campidoglio – a promuovere prodotti di cannabis light.

Ma cavolo di un cavolo! Ma possibile che nessuno di siffatti “intellettuali” abbia il coraggio di dire che la cannabis è un male, che rovina i più giovani, abituandoli a divertirsi solo se “pompati” da sostanze che li rendono non “normali”? Ma possibile che non c’è nessuno di questi “intellettuali” che denunci l’uso della cannabis – e degli altri prodotti “leggeri” consimili – per i minorenni, quando il mondo intero sa che la cannabis viene assunta in Italia a partire dai dodici, tredici anni?

E invece no! Il pensiero binario prevede che tu, se sei progressista, sei a favore della cannabis e non puoi criticarne l’uso.

Il pensiero binario prevede che, anche se apparentemente affermi che la vuoi liberalizzare perché sapendo che è un male vuoi solo toglierne il guadagno alle mafie, in realtà tu devi pensare che chi ne parla male, chi dice che è una rovina della gioventù, è un conservatore, è un reazionario, è uno contro la modernità.

No, fratelli, non ci siamo. La cannabis è un male ed è un male grave, anche se è “leggera”, e qualsiasi intellettuale di destra o di sinistra, se non è succube del pensiero binario, dovrà dirlo a chiare lettere. Chi non ha il coraggio di prendere posizione nettamente contro la cannabis, anche se dovesse poi sostenere un progetto di legge a favore della liberalizzazione per “aiutare a combatterla”, è uno pseudo-intellettuale dal pensiero “binario”.

2/ L’omotransfobia

Sempre per il pensiero “binario” l’intellettuale ritiene che qualsivoglia richiesta venga proposta in merito al gender sia da elogiare, anzi è l’intellettuale stesso a inventare richieste di “diritti” per mostrarsi moderno, poiché può così inneggiare alla parità, all’indifferenziazione, all’omologazione di qualsiasi tipo di “famiglia” come equivalente ad un’altra.

Anche qui non è più possibile alcun tipo di sfumatura. O sei carnefice o sei vittima e l’intellettuale deve schierarsi dalla parte del gender per essere schierato con le “vittime”.

Ma possibile che, invece, non si possa, al contempo, essere contro qualsiasi offesa contro chi si sente transessuale e a difesa della sua dignità e, al contempo, essere fermamente contrari a che una coppia composta da un transessuale adotti un bambino?

Possibile che non si possa essere al contempo contrari a qualsiasi insulto ad un transessuale e contrari alla sua equiparazione con una donna?

Un transessuale ha diritto assoluto a non essere fatto oggetto di nessuno tipo di violenza o di disprezzo, ma anche un bambino ha diritto ad avere un padre e di una madre ed anche una femminista ha diritto di dire che un transessuale non è una donna: queste verità possono e anzi debbono coesistere.

Dove sono gli intellettuali che non adottano una logica binaria e le affermano insieme?

In questo momento ci sono solo le intellettuali femministe ad affermare che un transessuale non è una donna e sono per questo accusate dal mondo degli intellettuali di essere “terf” (Trans Exclusionary Radical Feminism), dove è evidente il pensiero binario: una donna che affermi che un trans non è una donna non è una persona “normale”, ma una “radicale” e una “escludente”, anche se difende con tutte le forze la dignità dei transessuali.

Note al testo

[1] In realtà egli se la prendeva con una certa parte politica italiana, ma noi crediamo che il discorso possa essere allargato ben oltre quella parte e ben oltre il territorio italiano.