«Tre cose solamente riescono a restituirmi a me stesso: l’altruismo, la lettura e la scrittura». Lettera del prof. Paolo Nebbia ai suoi studenti sui compiti delle vacanze
Riprendiamo sul nostro sito una lettera scritta dal prof. Paolo Nebbia ai suoi studenti del liceo nel giugno 2020. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Educazione, scuola e cultura.
Il Centro culturale Gli scritti (13/7/2020)
Cari ragazzi, al termine di ogni anno scolastico si accende in me una lotta fra due forze contrastanti: da un lato il desiderio di lasciarvi l’estate interamente libera, dall’altro la paura che tutto questo tempo senza compiti possa abituarvi ad un pernicioso lassismo. L’esito di questo conflitto anche quest’anno è per voi infausto, dal momento che – come spesso accade anche nella vita – l’ansia ha prevalso sul desiderio: eccomi allora qui a compilare questo documento – un po' sgradevole per me e forse assai esecrabile per voi – per la consegna del quale vi chiedo prudentemente scusa sin da subito.
Senza ombra di dubbio le vacanze – soprattutto per voi – rappresentano una straordinaria occasione per fare i conti con due elementi piuttosto desueti nel corso dell’anno scolastico: il riposo e l’autonomia. Dormire è innegabilmente piacevole, così come pure fare ciò che si vuole, eppure sono convinto che anche voi sappiate rendervi agevolmente conto che né può il riposo ridursi al solo dormire né può l’autonomia ridursi al mero fare ciò che si vuole.
Mi piacerebbe pensare che quest’estate sia per voi l’occasione per conoscere e abbracciare un vero riposo e una matura autonomia.
Nel verbo riposare la particella ri rafforza il verbo posare, quindi riposarsi significa (ap)poggiarsi con sicurezza e tranquillità su qualcuno o su qualcosa. Riuscite a comprendere quanto questi “qualcuno” e “qualcosa” siano importanti per la garanzia di un vero e ristorante riposo? Vi invito a cercarli come se non aveste nulla di più importante da trovare e vi auguro con tutto il cuore di trovarli e di poggiarvi convintamente su di loro.
Nel greco della parola autonomia l’originario riflessivo autòs si unisce al sostantivo nòmos (“legge”, “norma”), pertanto essere autonomi significa sapersi autoregolare, saper organizzare e normare da soli la propria vita. Assaporate, gustate e abbracciate l’autonomia che l’estate vi dà l’occasione di sperimentare, perché – ricordatevelo sempre – crescere, diventare adulti significa proprio diventare autonomi. Vi auguro di scoprire una sana autonomia, che sappia garantirvi ritmi proficui diventando la vostra arma migliore contro lo stress, che tendenzialmente lascia trasparire i suoi effetti nocivi proprio quando finalmente abbandoniamo la routine lavorativa e proviamo a rilassarci.
Non sarà facile allearsi seriamente e costantemente con il riposo e l’autonomia, ma iniziare a farlo saggiamente in un tempo tranquillo come l’estate vi farà muovere qualche passo in vista della vera sfida, che sarà riuscire a tenerli vivi anche quando a settembre sarete costretti a riprendere le attività didattiche.
Per quanto mi riguarda, sono circa dieci anni che provo a vincere questa sfida. Prima o poi ci riuscirò! Ormai mi sono dimenticato cosa sia il riposo e tante volte ho visto trasformarsi la mia autonomia in un delirio di onnipotenza, specie quando scivola fra le braccia infide del perfezionismo. In questi momenti – in cui nel cuore sembra trovare spazio soltanto l’ansia – tre cose solamente riescono a restituirmi a me stesso: l’altruismo, la lettura e la scrittura. Allora quest’anno più che mai cercherò di assegnarvi dei compiti che possano consentirvi di fare queste tipologie di esperienza, perché questi elementi – ho potuto vederlo su di me – riescono a sgonfiare la mia presunzione, mi insegnano ad ascoltare, mi fanno rendere conto di quanto l’altro sia importante per me, sciolgono i miei pregiudizi, mi fanno ridimensionare i miei problemi, mi fanno apprezzare di più il dono della vita.
Ritengo dunque che in fin dei conti se alla fine anche quest’anno ho deciso di darvi qualche compito delle vacanze sia io che voi possiamo ritenerci soddisfatti, perché se io ho conosciuto nel dedicarmi agli altri, nella lettura e nella scrittura dei validi alleati – che mi hanno poi aiutato a superare i momenti complicati della mia vita – forse è perché quando ero al vostro posto la mia professoressa di italiano del liceo ha fatto lo stesso e così facendo ha deciso di insegnarmi che il lassismo avvelena la vita. Ed è proprio così! Peccato che io me ne sia accorto soltanto qualche anno dopo. Non fate il mio stesso errore! Buone vacanze!