Su Jean Vanier, ora che è sopraggiunta una nuova serenità, di Andrea Lonardo
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Cristianesimo.
Il Centro culturale Gli scritti (10/5/2020)
Ho atteso a lungo a scrivere di Jean Vanier, dopo le fondate denunce su suoi comportamenti non solo irresponsabili, ma anche gravemente peccaminosi con donne adulte non disabili. Ho atteso, perché lo shock è stato grande. Non è facile veder infrangere il mito di chi si ama, l’immagine di chi tanto ti ha insegnato e segnato, di chi tanto ha fatto del bene. Di chi anche personalmente ti voleva bene. Di chi aveva accettato tuoi inviti. Della persona di cui tu stesso avevi tradotto scritti e su cui tu stesso avevi scritto.
Ebbene ora è il momento, poiché è sopraggiunta la serenità e il cuore si è placato.
Il peccato di Jean Vanier ci ricorda semplicemente cosa sia la chiesa, chi sia l’uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi cristiano e non solo lui. Non smetterai di amare tuo padre e tuo padre cristiano se ne scopri i peccati e i limiti. Non smetterai di amare il tuo vescovo e il pontefice stesso se ne vedi le debolezze e finanche i peccati.
La grandezza del Signore è di operare meraviglie in uomini peccatori.
Ciò che Jean Vanier ha fatto nella sua vita, lo ha fatto autenticamente e splendidamente e non deve essere minimamente intaccato dai suoi peccati. Non si deve smettere di parlare bene di lui e del dono che lui è stato.
Jean Vanier è stato e resta un maestro che ha mostrato autenticamente il volto della persona con disabilità agli occhi di Cristo ed ha saputo convertirci all’amore.
Le sue parole sono e restano fari nell’oscurità.
Certo, se non avesse compiuto quei peccati, sarebbe un giorno stato posto sugli altari e ora così non sarà, giustamente.
Ma possiamo restare innamorati del bene che ha fatto ai “piccoli” e del bene che ha fatto a noi.
La sua debolezza ci insegna che non ha senso prendersela con papi, vescovi, preti o laici cristiani del passato, al punto da screditare la loro esistenza per dei peccati realmente da loro commessi.
Come ha detto il Signore: «Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno» (Mt 23,3).
Continuiamo ad ascoltare Jean Vanier nel suo messaggio sui “piccoli”, continuiamo ad amarlo. Magnifica è stata la sua testimonianza e magnifiche le sue parole. Anche dinanzi al suo peccato, continuiamo a tenere alte le sue parole, così come terremo alta la testimonianza e le parole di qualsiasi uomo di chiesa di cui avessimo scoperto il peccato.
Che lezione questo shock dinanzi alla sufficienza di tanti i quali, non appena scoprono uno scandalo nella chiesa, buttano a mare la fede stessa e il bene che quelle persone hanno fatto.
Abbiamo scoperto che Jean Vanier è stato come tanti uomini di chiesa, che ha commesso peccati e non di poco conto.
Continueremo ad amarlo, anzi pregheremo per lui, intercedendo, come continueremo ad amare quegli uomini di chiesa e la chiesa tutta intera.
Pregheremo perché il Signore perdoni quei peccati. Pregheremo per le persone che a causa sua hanno sofferto. Ma che il Signore non ci faccia mai anatematizzare e cancellare la vita di un uomo perché egli ha peccato.
Che non ci faccia anatematizzare Jean Vanier, che non ci faccia anatematizzare la vita di nessun cristiano, papa, vescovo o laico che sia, per il semplice fatto che ha peccato.
Infatti, per chi è venuto il Signore, se non per chi aveva bisogno di lui?