Coronavirus, periodo di verifica del livello di "sinodalità" raggiunto nelle parrocchie, nelle diocesi, nelle chiese nazionali, nella Santa Sede. Breve nota di Giovanni Amico
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Ecclesiologia.
Il Centro culturale Gli scritti (10/5/2020)
La sinodalità (il sun-odos, il camminare insieme) non è solo progetto, ma realtà, fragile o meravigliosa, realtà operante da sempre nella chiesa, in quella tensione mai risolta tra chi è chiamato a presiedere e l’intero popolo di Dio, sinodalità che viene sempre più posta al centro dal magistero di papa Francesco. È quella dialettica sempre operante fra preti dello stesso presbiterio parrocchiale e diocesano, fra laici e preti, fra laici, preti e vescovi, fra laici, preti e vescovi e conferenze episcopali, fra vescovi e pontefice.
Proprio il periodo del coronavirus è un periodo di verifica dello status attuale sia della sinodalità che della presidenza ecclesiale.
Proprio perché non è possibile chiamare esterni ad intervenire, ma ci si misura solo fra preti faccia a faccia nelle parrocchie, fra preti e vescovi faccia a faccia nelle diocesi, fra laici e preti nelle parrocchie, fra laici, preti e vescovi nelle diocesi, fra preti che lavorano unitamente nella Santa Sede con il pontefice, fra curie e vescovi, fra superiori e consiglieri nelle congregazioni, fra strutture delle diverse curie e congregazioni, il periodo che stiamo vivendo è assolutamente idoneo per verificare la concreta situazione di sinodalità, il sentirsi a tu per tu, il cercarsi, il consigliarsi e il decidere insieme ad altri, proprio con coloro con cui si è chiamati ad essere vicini o fra coloro che sono stati chiamati da chi presiede a collaborare insieme.
Perché la vera sinodalità non si fa con chissà chi, ma con chi lavora con te e per te, vicino a te e nel tuo stesso ambito.
Non ci sono intermediari, non ci sono altri a intervenire, si è soli l’uno con l’altro e tutti insieme, per telefono con i mezzi virtuali, con il consiglio e la progettazione comune che deve per forza ridisegnarsi, quando tutto ciò che è “normale” viene a cadere, quando tutto ciò che è stato progettato deve mutare.
Come sempre questa verifica non deve essere un redde rationem con i coltelli ai denti – come avviene invece per i giornalisti di destra e di sinistra, con i conservatori e i progressisti che si giustificano gli uni attaccando gli altri -, altrimenti non sarebbe tale. Serve tutta la dolcezza della carità e tutta la parresia che ci faccia scorgere a che punto è realmente la sinodalità in casa nostra.