Tre atteggiamenti importanti per il coronavirus e una domanda sottovalutata, di Andrea Lonardo
- Tag usati: adolescenti, coronavirus, scritti_andrea_lonardo
- Segnala questo articolo:
Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Vita.
Il Centro culturale Gli scritti (3/3/2020)
1/ Mai subire passivamente, anzi approfittare di ogni occasione
Mi raccontò una salesiana dell’est Europa che quando i comunisti impedirono alle suore di vivere insieme, quando le obbligarono a uscire dai conventi impedendo loro la preghiera e la vita fraterna, proibendo loro ogni attività di catechesi e di pastorale giovanile, la superiora disse: “Non dobbiamo sprecare questo tempo. Ognuna di voi si dedicherà allo studio, si laureerà, si specializzerà in nuove materie. Quando il comunismo sarà finito, questi anni non saranno passati invano, perché noi avremo approfittato anche di questi tempi duri e oscuri”.
Questo racconto mi è tornato in mente dinanzi al coronavirus. Non si tratta di subire passivamente il fatto che le scuole siano chiuse o che sia impedita la catechesi. Si tratta di approfittarne per raccontare storie ai bambini, per leggere libri, per scrivere, per sistemare la casa, per creare nuovi lavori on-line, per pensare a mettere su famiglia, per far nascere un bambino.
Dinanzi ad eventuali restrizioni di movimento e, in fondo, di libertà, si tratta di creare l’impossibile, si tratta di riscoprire una nuova libertà, si tratta di non sprecare tempo, anzi di approfittarne per iniziare ciò che da tempo sognavamo e ci era stato impedito dai troppi impegni.
2/ Esistono cose più grandi di noi
Strana è la sensazione di programmare qualcosa fra una settimana, sapendo già che forse sarà impossibile realizzarla, ad esempio ipotizzare una conferenza o una riunione, sapendo che probabilmente dovrà essere rimandata a data da destinarsi.
È la scoperta che esistono cose più grandi di noi che non possiamo dominare, che la nostra vita non è nelle nostre mani, che non possiamo aggiungere neppure un’ora alla nostra vita, che i nostri progetti più belli non dipendono solo da noi.
L’uomo non è il più grande, esiste qualcosa che lo supera. Tutto invita ad una nuova umiltà.
3/ Preoccuparsi non tanto di essere contagiati, quanto di non contagiare gli altri
Bisogna limitare i raduni, bisogna lavarsi le mani con amuchina, bisogna evitare di abbracciarsi. Ma non per paura di perdere la nostra vita. No! Piuttosto per proteggere quella degli altri. Chi torna dal lavoro ed ha preso la metro, se entra in casa o in parrocchia, avrà cura di lavarsi le mani con l’amuchina, perché ha cura della vita degli altri, perché ama e si preoccupa dell’intero paese e vuole che il virus non si diffonda ulteriormente.
4/ I ragazzi di strada che vivono di noia rischiano di diventare i padroni dei nostri quartieri se la paura paralizzasse tutti
Un particolare - che è ben più di un particolare - non è stato preso in considerazione. La cultura del disimpegno, della libertà ad ogni costo, la cultura che ha spinto perché ogni regola fosse infranta, quella cultura si dovrà ora misurarsi con le bande di ragazzi che non hanno paura del virus.
Mentre la gente si chiude nelle case, questi ragazzi diverranno i padroni di alcuni quartieri. Perché per essi non esiste vincolo: solo questo hanno imparato dagli “intellettuali”, che è bene infrangere ogni regola. Non resteranno a casa, una volta che sarà chiusa la scuola, ma conquisteranno il campo. Perché gli è stato insegnato a diffidare dei padri. Ed essi diffideranno degli inviti a rispettare il contenimento del virus. Essi vorranno fare casino, contro ogni regola, perché gli è stato insegnato di infrangere le regole.