Il preservativo e la neo-lingua: proteggersi dalle malattie infettive o porre impedimenti alla vita che nasce?, di Andrea Lonardo
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Il Centro culturale Gli scritti (26/2/2020)
Un amico mi racconta di una convention nella quale sono stati distribuiti dei preservativi da parte di un’importante ditta del settore “per proteggere i giovani da malattie infettive”, da malattie veneree.
Rifletto sulla “neo-lingua”, quella lingua inventata da chi stravolge il mondo, perché non ci si accorga di ciò che il “nuovo mondo” propina.
Un preservativo non serve a proteggersi “dalle malattie infettive”, bensì ad impedire che nasca un bambino!
Il miscuglio gender fluid fa sì che si cerchi di confondere le finalità dell’uso del preservativo. Chi ascolta può pensare all’utilizzo da parte di un partner omosessuale che lo utilizza a difesa dalle malattie, non potendo procreare, e dimenticare invece una realtà molto diversa che è il rapporto fra un ragazzo e la sua ragazza che lo utilizzano, invece, per non avere bambini!
Certo se avessero relazioni sessuali con sconosciuti sarebbero a rischio di malattie veneree. Tutt’altro è, però, la finzione del preservativo in quella coppia: essi non intendono avere un bambino.
Ma questo la neo-lingua non ritiene opportuno dichiararlo. La neo-lingua lo dice solo in maniera politicamente corretta, perché della salute si può parlare, della gioia di avere un bambino è, invece, proibito.
È la censura moderna, ragazzi: per questo viene oghni gionro perfezionata la neo-lingua. Essa ha il compito di censurare, fingendo di non farlo.