La pubblicità gender sulla Pala di Gand che tradisce il suo messaggio e impedisce di capire il senso dell’opera di Jan van Eyck. Breve nota di Andrea Lonardo
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Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Arte e fede. Cfr. anche Un volume sulla Pala di Gand di Jan e Hubert Van Eyck, curato da André Pinet, nella Prefazione di Davide Rondoni: la storia intera intorno all’agnello.
Il Centro culturale Gli scritti (26/2/2020)
Contestiamo il video gender sulla Pala di Gand[1], non a partire dal messaggio banalmente love is love di tale clip, bensì per l’ignoranza storico-artistica che è palese nel messaggio dello stesso.
Gli autori del video, annebbiati dalla loro ideologia, non si rendono conto che le figure di Adamo ed Eva sono presenti nella pala non ad indicare l’amore fra l’uomo e la donna, quanto ad indicare il peccato originale!
Se volessero essere fedeli al messaggio di van Eyck e non abusare della sua opera, usandogli violenza e cancellando la sua differenza, essi avrebbero dovuto mostrare come in ogni forma di amore esiste un peccato di origine che lo ferisce, motivo per il quale non si dà amore che non debba essere redento.
Una volta che la pala viene aperta - la pala di Gand appartiene a quel tipo di dipinti incernierati che vengono aperti in talune occasioni liturgiche, mostrando le immagini che nascondono - ecco che al centro sta l’agnello che è il Cristo (la Pala porta, infatti, anche il nome di Adorazione dell’Agnello mistico, cioè del Cristo in quanto Agnello immolato).
Il messaggio di van Eyck è palese a qualunque storico dell’arte, ma non agli autori del video stesso: solo l’Agnello, con la sua morte in croce, è in grado di redimere l’uomo e la donna. Senza l’amore di Cristo, vero agnello, ogni azione umana è segnata dal peccato e dalla morte.
Veramente paradossale è poi che il messaggio dell’opera divenga Be adored in The Ghent Altarpiece: sii tu adorato e non l’Agnello! Quanto narcisimo depressivo e disperante in questa espressione!
Pertanto l’utilizzo della Pala di Gand da parte del video appare assolutamente omologante rispetto al suo messaggio originale. È una trovata pubblicitaria di basso cabotaggio, inaccettabile per qualsiasi storico e per qualsiasi turista interessato a capire qualcosa di van Eyck di cui Gand celebra la memoria.
Il video può essere annoverato senza dubbio in quell’immaginario colonizzatore e violentatore che calpesta le altre culture, così come calpesta scienza, storia e arte, pur di propinare il proprio messaggio, assoggettando a sé tutto ciò che non è in grado di capire.
Abbiamo, invece, bisogno di una cultura del rispetto del diverso che è offesa dal messaggio pubblicitario del video in questione.
Note al testo
[1] Il video pubblicitario è stato realizzato per pubblicizzare l’opera, esposta insieme ad un’altra ventina di capolavori del maestro per la mostra dedicata a van Eyck realizzata a Gand per il 2020.