Giorgio Armani: "le pubblicità con le donne seminude sono una forma di stupro. È indegno. È colpa di noi stilisti". Re Giorgio dopo la sfilata Emporio Armani, affronta un tema che gli sta a cuore: la necessità che le donne si liberino dai diktat della moda che lui, con una metafora, vede come uno "stupro". “Penso a certi manifesti pubblicitari in cui si vedono donne seminude: in molte si sentono obbligate a pensare anche loro di mostrarsi così”, di Serena Tibaldi
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Riprendiamo dal settimanale D di Repubblica un articolo di Serena Tibaldi pubblicato il 21/2/2020. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Educare all’affettività.
Il Centro culturale Gli scritti 26/2/2020)
“Sono stufo di sentirmi chiedere le tendenze del momento. Le tendenze non sono niente, non ci devono essere. La cosa più importante è vestire le donne al meglio oggi evitando il ridicolo, non discutere di “cosa va di moda”. Piantiamola di essere succubi di questo sistema”.
Dall’enfasi con cui parla si capisce quanto Giorgio Armani ci tenga ad affrontare il discorso. Ancora di più oggi, visto che la sua collezione per Emporio Armani è un inno alla libertà delle donne di vestirsi per stare bene, senza dare retta ai diktat di chi fa moda.
“Si parla di donne stuprate in un angolo. Le donne oggi sono regolarmente stuprate dagli stilisti, e mi ci metto anch'io. È indegno quello che succede”. Parole forti, per esprimere un’idea che evidentemente gli sta a cuore. “Penso a certi manifesti pubblicitari” spiega lo stilista, “In cui si vedono donne provocanti, seminude: succede che in molte si sentano obbligate a pensare anche loro di mostrarsi così. Questo per me è uno stupro. Scusate lo sfogo e le parole forti, ma sentivo di doverlo dire”.