La cosa che più mi colpisce è quanto le persone - anche quelle che si lamentano ogni giorno - quando sentono la vita minacciata, anche come remota possibilità, da un virus con bassissimo indice di mortalità siano voracemente attaccate alla vita, a ogni costo, di Fabrizio Falconi
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Riprendiamo dalla pagina FB di Fabrizio Falconi un suo post pubblicato il 23/2/2020. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Vita. Cfr., in particolare, "La vera difficoltà è di mantenersi capaci di apprezzare ciò che ci piace". Le avventure di un uomo vivo di Chesterton, di Marzia Platania.
Il Centro culturale Gli scritti 26/2/2020)
La cosa che più mi colpisce, osservando, in queste circostanze, è quanto le persone - anche quelle che si lamentano ogni giorno della propria esistenza, che sembrano maledirla o che comunque la valutano priva di significato - siano voracemente attaccate alla vita, a ogni costo, con le unghie e con i denti, quando la sentono minacciata, anche indirettamente, anche come remota possibilità, da una epidemia di un nuovo virus con bassissimo indice di mortalità.
In queste circostanze si dimostra un attaccamento alla vita - alla propria vita individuale, sostanzialmente - e un terrore cieco di vederla minacciata, che se fosse applicato al vivere civile di ogni giorno, potrebbe portare frutti immensi, nella cura del pianeta, del prossimo, del vivere in comunità.
Invece, appena l'allarme sarà rientrato e la paura sarà passata, tutto tornerà come prima, ci si ricomincerà a lamentarsi in pace, e a vivere con il solito scialo e il solito scontento, come se niente fosse.