Parlare di papi, sempre. Che novità dinanzi ad una sociologia che non ha mai ammesso il proprio fallimento nel dichiarare la scomparsa del cristianesimo. Breve nota di Giovanni Amico
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Riprendiamo sul nostro sito alcune note di Giovanni Amico. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. le sezioni Ecclesiologia e Media.
Il Centro culturale Gli scritti (19/1/2020)
1/ Del papa e della presunta presenza di più papi
Qualsiasi cosa si pensi delle polemiche sui papi emeriti e quelli attuali, certo è che è stupefacente quanto interesse si levi intorno alla figura del papa in quanto tale.
Innanzitutto intorno al papa reale. Non vi è alcun dubbio che il papa, proprio perché è papa, suscita oggi un interesse quale nessuna altra figura al mondo è in grado di suscitare.
Per di più dopo che l’intera sociologia aveva da tempo dichiarato - in nome di una secolarizzazione che si pretendeva profeticamente preannunciata in maniera scientifica - la morte del cristianesimo e prima ancora dell’istituzione chiesa.
Invece proprio l’istituzione chiesa desta un interesse enorme. Qualsiasi espressione o gesto del papa, così come del suo predecessore, è sovraesposta e, in un istante, viene commentata dai social influencer di qualsivoglia tendenza.
Ma anche nell’immaginario del cinema si continuano a produrre film che dibattono intorno alla figura del papa. Si pensi a I due papi, di Fernando Meirelles o a The young pope e The new pope di Paolo sorrentino, nei quali Pio XIII, Francesco II e Giovanni Paolo III generano interesse e passione.
A volte il registro giocato da queste fiction è quello del grottesco, in maniera da esasperare le opposizioni, altre volte è romantico, idealizzando l’uno o l’altro o il loro rapporto.
Ma dei papi si parla e se ne parla con una passione che niente altro suscita, né le discussioni politiche, né quelle economiche, né quelle di politica internazionale.
Appare evidente che è la figura in quanto tale che suscita interesse, pur nelle diverse sottolineature sulle quali si discute. Nessuna di quelle figure, se non fosse papa, desterebbe tanto interesse, tanta passione e tanta acredine.
Solo il papa è il papa. Veramente Gesù lo ha posto in un ruolo che non ha pari nella chiesa e nel mondo.
E, per volontà di Gesù, non si danno due papi. Si può accentuare la tensione quanto si vuole, ma poi il papa è sempre e solo l'attuale. Questo fatto unico al mondo suscita l'interesse.
2/ Del prete e del matrimonio dei preti
Un discorso analogo può essere fatto per la figura del sacerdote. Smentendo tutta una cultura che afferma da decenni l’irrilevanza della figura del sacerdote, alle persone proprio di lui interessa parlare. Proprio il prete è visto nel mondo laico come figura assolutamente rilevante per lo sviluppo della società
Se si prova timidamente a ripetere che non si tratta di far sposare i preti - poiché questa non è mai stata la tradizione della chiesa intera e delle chiese orientali specificamente -, bensì piuttosto di ordinare sposati da anni e con figli adulti, tuttavia i media e la gente continuano a dibattere, invece, del matrimonio dei preti, attribuendo ai sacerdoti una rilevanza assoluta, dimenticando del tutto l’ordinazione di laici sposati.
Questo dibattere continuo sul sacerdozio e solo del sacerdozio dovrebbe infondere coraggio ai preti e ai teologi che si sono sentiti ripetere da decenni che la loro figura è irrilevante: la cultura degli “intellettuali” è ben diversa dal vissuto concreto della gente che, invece, si rende conto di quanto sia decisiva la presenza di bravi sacerdoti.
3/ Sulla osannata opposizione fra conservatori e progressisti
Sia nella vita reale, sia ancor più nelle fiction, ogni discorso è sempre incentrato su di una opposizione fra conservatori e progressisti, quasi che esista un’unica chiesa autenticamente fedele al Vangelo, vuoi progressista, vuoi conservatrice.
Ci si riferisce, infatti, nelle fiction a “due” papi, ad un papa “young”, ad un “new”, contrapposto ad un “old”, ad un “previous”. Ovviamente scegliendone due, solo larvatamente si accenna ad un’intera sequenza che parta da san Pietro, voluto da Cristo, e che prosegua in avanti, fino alla fine del mondo.
Si dimentica, insomma, che fu Gesù a soprannominare Cefa – in greco Petros – Simone, quando il nome Cefa e l’equivalente greco non esistevano come nomi propri.
Gesù scelse quel nome di “roccia” su cui costruire, esprimendo con evidenza la sua volontà di fondare la chiesa, dandole una “pietra” di riferimento.
Gettando anche solo un fuggevole sguardo sulla storia della chiesa, ci si accorge immediatamente di come i diversi papi nei diversi periodi della storia siano stati infinitamente diversi e spesso classificati come conservatori o progressisti dalla loro generazione.
A distanza di tempo, ci si accorge meglio come tutti abbiano avuto il compito sia di conservare che di progredire. Nella chiesa, infatti, non si dà mai opposizione radicale fra tradizione e novità, poiché il Vangelo è sempre lo stesso ed è sempre nuovo.