L’università italiana è di una qualità superiore a quelle delle altre nazioni europee, il dramma è che l’universitario italiano, avendo difficoltà linguistiche a pubblicare in inglese, produce pubblicazioni meno qualificate dal punto di vista della Peer review. Breve nota di Andrea Lonardo
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Riprendiamo sul nostro sito una nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Università.
Il Centro culturale Gli scritti (29/12/2019)
Nel dialogo con il gruppo di ricercatori che sta affrontando in via sperimentale la questione delle condizioni che hanno reso possibile una integrazione di successo dei migranti in Italia[1], affrontiamo anche la questione della qualità dell’università italiana e della ricerca.
Mi confermano ciò che penso da tempo: la qualità dell’università italiana è molto più alta di quelle di altre nazioni. Gli studenti Erasmus stranieri che giungono in Italia sono molto meno preparati dei nostri.
Ma “l’asino casca” sulla lingua. Uno studente italiano, pur essendo molto più preparato sia nelle discipline classiche che in quelle scientifiche, non è in grado di esprimere il suo potenziale in un articolo che deve essere, per forza di cose, pubblicato in inglese, per essere noto in ambiente scientifico secondo il sistema della Peer Review.
La sua competenza è maggiore nella materia che studia, ma è minore nella padronanza della lingua inglese, rispetto ad uno studente straniero.
Per questo uno studente italiano che produce in realtà una ricerca di qualità maggiore di uno studente straniero e con una metodologa scientifica migliore, alla fine dei conti rende però di meno e le pubblicazioni migliori sono straniere, perché gli studenti di altre nazioni scrivono e parlano meglio l’inglese che è la lingua accademica dei convegni e delle riviste.
Note al testo
[1] Cfr. su questo Per una comprensione delle possibilità di successo dell’integrazione dei migranti: l’apprendimento della lingua è il fattore decisivo, perché indica la decisione di vivere stabilmente nel nuovo paese. Le riflessione di un gruppo di ricercatori di psicologia. Breve nota di Andrea Lonardo.