Il populismo e la sciattezza nel manifesto attribuito ad Hogre esposto al MACRO, di Giovanni Amico
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Il Centro culturale Gli scritti (29/12/2019)
Il manifesto attribuito ad Hogre con l’immagine di Gesù eccitato dinanzi ad un bambino si mostra perfettamente in linea con il modo di ragionare dei populisti e dei razzisti. Come per i populisti e i razzisti lo stupro di una italiana da parte di un extra-comunitario o il comportamento deviante di qualche africano diviene il motivo per accusare tutti gli extra-comunitari di ogni abominio, con il conseguente invito ad espellere ogni straniero dal paese, così il populismo ed il razzismo del manifesto, a partire dal comportamento deviante di taluni sacerdoti, diventa il motivo per attribuire a Gesù stesso tali comportamenti, con l’invito esplicito a bandire la fede dalla società.
Non è solo la blasfemia del manifesto a fare problema, ma anche la desolante costatazione che il populismo è ormai così diffuso, da giungere fino al MACRO, il Museo di arte contemporanea di Roma, in un periodo culturale e politico nel quale molti, invece, invitano a porre un limite al linguaggio populista dell’odio e del disprezzo: l’incitamento all’odio del manifesto lo caratterizza come “fascista”, nel senso che il termine ha ormai nel linguaggio comune.
Fa riflettere anche la sciattezza grafica del manifesto in questione, il cui stile è conformista, mancante di originalità artistica, populista anche da questo punto di vista, realizzato solo allo scopo di destare scandalo, secondo le logiche più bieche del mercato capitalistico. Triste è che la grafica che era stata, nel recente passato italiano, capace di realizzare manifesti di denuncia veramente innovativi, ora produca “disegnetti” di così basso valore artistico.
L’Azienda Speciale Palaexpo, di cui il Macro fa parte, ha rimosso il manifesto, dissociandosi dal suo messaggio e precisando che «il manifesto non compariva tra quelli mostrati al direttore nel progetto iniziale; è stato aggiunto dopo. Inoltre il progetto Macro Asilo prevede 20 eventi al giorno e una media di trentamila visitatori ogni mese: una tale mole che non c’è nessuna squadra che possa controllarla, a volte qualcosa sfugge».