La Promessa Genovesi per gli studenti di Economia. Come il Giuramento di Ippocrate: così il prof. Luigino Bruni alla LUMSA invita a “promettere” come si lavorerà da economisti, nel giorno della Laurea. Infatti, «si muore per una diagnosi sbagliata o superficiale, ma si muore anche, lo stiamo tragicamente vedendo, per un licenziamento fatto male, per un finanziamento che non arriva quando dovrebbe arrivare, per un consiglio sbagliato di un consulente»

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 25 /11 /2019 - 23:00 pm | Permalink | Homepage
- Tag usati: , , , , ,
- Segnala questo articolo:
These icons link to social bookmarking sites where readers can share and discover new web pages.
  • email
  • Facebook
  • Google
  • Twitter

Riprendiamo sul nostro sito alcuni testi inviatici dal prof. Matteo Rizzolli sulla Promessa Genovesi e sui modi del suo utilizzo alla LUMSA, nel giorno delle Lauree. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Carità e giustizia.

Il Centro culturale Gli scritti (18/11/2019)

1/ La Promessa Genovesi e il suo autore (cfr. http://edc-online.org/it/2013-anno-genovesiano-31/8889-alla-lumsa-la-promessa-genovesi-e-una-realta.html)

Antonio Genovesi (Salerno 1713, Napoli 1769), è stato il primo cattedratico di economia nella storia, a Napoli, nel 1754. Fu filosofo, teologo, e il fondatore della tradizione italiana ed europea dell’Economia civile. Al centro della sua visione dell’economia e della società ci sono i principi di reciprocità (“Mutua assistenza”), fiducia e pubblica felicità.

Fu grande educatore di giovani, e anche il primo professore a tenere le sue lezioni in lingua italiana, come scelta etica ed educativa per contribuire con il suo insegnamento all’incivilimento del suo popolo: È inutile di pensare ad arte, commercio, a governo, se non si pensa di riformar gli uomini troveranno il lor conto ad essere birbi, non bisogna aspettar gran cosa dalle fatiche metodiche. N’ho troppo esperienza” (da una sua lettera del 1765).

Questo il testo della Promessa, ispirata al suo pensiero, che è stato elaborato dalla LUMSA:

Nel ricevere oggi questa laurea in Economia prometto che mi impegnerò:

1. a guardare al mercato come un insieme di opportunità di mutuo vantaggio senza discriminazioni di lingua, sesso, credo religioso, colore della pelle;

2. a trattare i lavoratori mai solo come un costo, né solo come un capitale o una risorsa dell’impresa, perché i lavoratori sono molto di più di questo;

3. a riconoscere nella mia pratica professionale che lavoratori, soci, colleghi, fornitori, clienti sono prima di tutto persone, e con questa dignità vorrò rispettarle, valorizzarle, onorarle;

4.a rapportarmi con i miei interlocutori con benevolenza, fiducia, correttezza, giustizia, generosità, moralità e rispetto di ogni persona, perché l’etica della persona è anche la migliore strada per un mercato umano e civile;

5. a vivere il mio lavoro come luogo di realizzazione personale e come contributo al Bene comune”.

Genovesi scrisse in proposito: "È legge dell’universo che non si può far la nostra felicità senza far quella degli altri” (Antonio Genovesi, 1763)

2/ «Si muore per una diagnosi sbagliata o superficiale, ma si muore anche, lo stiamo tragicamente vedendo, per un licenziamento fatto male, per un finanziamento che non arriva quando dovrebbe arrivare, per un consiglio sbagliato di un consulente». La proposta. Un giuramento per i manager, di Luigino Bruni 

Riprendiamo da Avvenire del 5/6/2013 un articolo di Luigino Bruni. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Carità e giustizia.

Il Centro culturale Gli scritti (18/11/2019)

Dovremmo approfittare di questa crisi economica per introdurre una sorta di giuramento, o patto etico, per le professioni economiche. In Medicina da tempi remoti esiste il cosiddetto «Giuramento di Ippocrate», che viene prestato dai medici e odontoiatri prima di iniziare la loro professione.

Credo che sia giunto il tempo per pensare a introdurre uno strumento analogo per i professionisti economisti. Non solo per i manager di grandi imprese (per i quali se ne parla già da un po’), ma anche per i commercialisti, i consulenti, gli economisti, gli amministratori, i bancari.

In un editoriale per il quindicinale “Cittanuova” (n.10) ho proposto di intitolare questo giuramento ad Antonio Genovesi, e per almeno due ragioni. Innanzitutto Genovesi è stato un economista che ha fondato la sua visione dell’economia e dei mercati sulla dimensione etica, sulla fiducia e sulla pubblica felicità. In secondo luogo, Genovesi è stato il primo cattedratico di economia nella storia, nel 1754 a Napoli. Due ottime ragioni per far di Genovesi l’Ippocrate delle scienze economiche moderne.

Il giuramento è una forma di patto, che quindi utilizza registri e linguaggi antropologici ed etici più potenti di quelli dei soli contratti. Nel moderno giuramento di Ippocrate, il medico si impegna in una «alleanza terapeutica», a difendere la vita, a non compiere mai atti idonei a «promuovere la morte di una persona», di fondare i rapporti di cura sulla «fiducia e sulla reciproca informazione», e molto altro ancora.

Per scrivere un giuramento di Genovesi si potrebbe, e dovrebbe, dar vita ad una commissioni composta da professori di economia, e magari da rappresentanti delle professioni economiche, per redigere insieme un breve testo del giuramento, a partire da alcune intuizioni presenti nel pensiero stesso di Genovesi (tra cui la splendida frase: «È legge dell’universo che non si può far la nostra felicità senza far quella degli altri», 1763), e completarlo con elementi di etica e deontologia, la cui assenza è tra le radici della crisi che stiamo vivendo.

Esempi di alcuni di questi elementi che un tale testo dovrebbe contenere sono: «1. Non userò mai a mio vantaggio e contro gli altri le maggiori informazioni di cui disporrò nell’esercizio della mia professione. 2. Guarderò al mercato come un insieme di opportunità per crescere insieme, e non a una lotta o una gara dove qualcuno vince a spese degli altri. 3. Non tratterò mai i lavoratori solo come un costo, come un capitale, una risorsa, al pari degli altri costi, capitali e risorse dell’economia. I lavoratori sono prima di tutto persone, e con questa dignità vanno trattate, rispettate, valorizzate, onorate. 4. Valorizzerò il merito, di cui però non avrò mai una visione univoca e riduzionista» ecc.

Il giuramento potrebbe essere recitato al termine della cerimonia di laurea, in un momento e luogo solenne. Ricordo ancora oggi le parole e i gesti durante la mia seduta di laurea. Sono momenti fondativi del lavoro futuro di una persona. Collocare il giuramento in quella sede, e consegnarlo poi al giovane e alla giovane neo-laureati, avrebbe un peso morale e simbolico non irrilevante.

Certo, lo sappiamo e lo vediamo ogni giorno, non bastano i giuramenti per fare un buon medico o, domani, un buon commercialista. Al tempo stesso, se i simboli e le "liturgie" sono curati e pensati (PS: forse si potrebbe e dovrebbe rilanciare e rivalorizzare anche il giuramento dei medici), possono aiutare a creare una mentalità, una cultura soprattutto per i nuovi professionisti ed operatori economici.

Il peso delle dimensioni e scelte economiche nella vita della gente è crescente: ci stiamo accorgendo che si muore per una diagnosi sbagliata o superficiale, ma si muore anche, lo stiamo tragicamente vedendo, per un licenziamento fatto male, per un finanziamento che non arriva quando dovrebbe arrivare, per un consiglio sbagliato di un consulente. L’etica economica è ormai diventata un bene di prima necessità, che quando manca fa anche morire. Prenderne coscienza, a cominciare dalle università da dove escono i futuri professionisti economici, può essere il primo passo per iniziare a cambiare.

3/ La Promessa Genovesi: al via le lauree in Economia con un solenne impegno etico per i giovani LUMSA

Riprendiamo sul nostro sito una notizia dal sito dell’Università LUMSA pubblicata il 18/07/14. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Carità e giustizia.

Il Centro culturale Gli scritti (18/11/2019)

A partire dalle sessioni di laurea del 21 e 22 luglio 2014, i laureati LUMSA in Economia si affacceranno sul mondo del lavoro dopo aver letto e sottoscritto la Promessa Genovesi, un documento che ne testimonia l’orientamento etico.

L’ideatore dell’iniziativa, che non ha eguali in Italia e nel mondo, è il prof. Luigino Bruni, docente di Economia presso il Dipartimento di Scienze economiche, politiche e delle lingue moderne della LUMSA.

La Promessa Genovesi rappresenta una sfida epocale al tempo della crisi e della precarietà esistenziale e valoriale, una sfida che i giovani economisti laureati alla LUMSA intendono vincere servendosi di valori positivi e al servizio dell’uomo. Un passaggio importante anche per la LUMSA e per la formazione europea di alto profilo perché oggi come sostiene il Rettore, prof. Giuseppe Dalla Torre: “Occorre prestare attenzione all’economia civile, al suo profilo etico e al superamento della concezione individualistica che ora la caratterizza”.

Questo il testo della Promessa Genovesi, che i laureati LUMSA in Economia sottoscriveranno con l’impegno di rispettarne i cinque enunciati:

«Nel ricevere oggi questa Laurea in Economia prometto che mi impegnerò a:

1) Guardare al mercato come un insieme di opportunità di mutuo vantaggio senza discriminazioni di lingua, sesso, credo, colore della pelle, e non come una lotta né una gara dove qualcuno vince a spese di altri;

2) Trattare i lavoratori mai solo come un costo, né solo come un capitale o una risorsa dell’impresa;

3) Riconoscere nella mia pratica professionale che lavoratori, soci, colleghi, fornitori e clienti sono prima di tutto persone, e con questa dignità vorrò rispettarle, valorizzarle, onorarle;

4) Rapportarmi con i miei interlocutori con benevolenza, fiducia, correttezza, giustizia, magnanimità, moralità e rispetto di ogni persona, convinto/a che l’etica della persona sia anche la migliore strada per una economia buona e sostenibile;

5) Vivere il mio lavoro come luogo di realizzazione personale e come contributo al Bene comune».