Esistono solo due realtà oggi in Italia che esigono promesse: lo scoutismo e il matrimonio, di Andrea Lonardo
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Il Centro culturale Gli scritti (13/10/2019)
Esistono solo due realtà oggi in Italia che chiedono promesse. Che anzi le esigono. Che le contemplano e le preparano.
Lo scoutismo e il matrimonio.
Nessun’altro esige più promesse. Se ognuno si sofferma a pensare, si accorge che non esistono altri giuramenti e promesse.
Lo scoutismo esige che tu giunga ad una promessa. Non solo ad un impegno. Ad un impegno che è una promessa. Per tutta la vita. Ti insegna che se non prometti, non sei nulla. Se non prometti non sei maturo. Se non prometti non puoi “prendere la partenza” – mi perdoni chi non conosce il linguaggio scout.
Anche il matrimonio – la donna dall’uomo e l’uomo dalla donna - esige che tu giunga ad una promessa. Non solo ad un impegno. Ad un impegno che è una promessa. Per tutta la vita.
Prima del matrimonio tu ami. Ma dopo il matrimonio tu hai promesso che amerai. Anche domani.
Per chi si sposa è più importante il domani che l’oggi. Oggi possiamo anche litigare, ma guai se quando avrò sessant’anni mi lasci per una più giovane e mi ritrovo sola, dopo aver fatto tanto per la nostra famiglia.
Solo lo scoutismo e il matrimonio oggi parlano della centralità della promessa. Altrove avete mai sentito qualcuno promettere? Avete mai fatto altrove promesse?
Eppure la promessa è decisiva. Tutto cambia se la promessa rassicura sul futuro. “Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, nella buona e nella cattiva sorte”. Tutto è incerto se il futuro è incerto e ci rimane solo il presente.
Ecco perché – fra l’altro – per uno scout non ha senso convivere. Uno scout che convivesse senza promettere rinnegherebbe tutto il suo cammino scout, basato sull’assunto che è con l’esperienza che si educa. Basato sul fatto che tu puoi chiedere ad un altro di promettere perché tu per primo gli hai fatto vedere attraverso la tua testimonianza che promettere il futuro è bello.
N.B. Ha scritto F. Nietzsche in Genealogia della morale: «L’uomo stesso deve già essere diventato "prevedibile, regolare, necessario", anche a se stesso per la sua propria rappresentazione, per potersi finalmente fare garante di se stesso "come futuro", così come fa chi promette!».
Spesso tale riflessione è abbreviata nei social in “L’uomo è l’unico animale che promette” o “L’uomo è l’unico animale che fa promesse”.
Si potrebbe riversare la riflessione nella domanda non tautologica: “Un uomo che non facesse promesse, sarebbe pienamente uomo, oppure gli mancherebbe la prospettiva del futuro?”