Dov’è di notte l’altra metà del mondo che non è per strada? Una importante questione sociologica e pastorale, di Andrea Lonardo
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Il Centro culturale Gli scritti (13/10/2019)
È venerdì notte. Passeggio in una città del nord. Metà dell’Italia è in strada. Nei pub e nelle pizzerie, nelle piazze e nei locali dove si balla, nei bar e per le vie del centro.
Pochi si accorgono che è solo la metà del mondo.
L’altra metà è a casa con i bambini.
Chi ha figli non esce di notte. Dopo aver tanto lavorato in settimana, cena in famiglia, gioca con i bambini, si riposa.
Forse la metà che è in piazza appare agli esperti di chiesa come lontana dal Signore – anche se non è detto che lo sia.
Ma l’altra metà sta certamente obbedendo al comando di generare e dare la vita.
Per molti questa metà non esiste.
Non si accorgono nemmeno che parte di quelli che questa sera sono in strada passerà a breve dall’altra parte, non appena avrà un figlio.
Non si accorgono che è questa metà che stanotte è nelle case ad aver generato l’altra metà che è nelle strade e nelle piazze.
Penso al fatto che è ben per questo che la catechesi è strettamente legata alla vita. Perché non dimentica quella metà che stanotte è a casa, che sembra non esistere di notte.
La catechesi è fonte di vita perché, sostenendo i genitori che generano alla vita, sostiene l’una e l’altra metà del mondo.
Sostiene le persone che travasano costantemente dall’una all’altra metà del mondo, accompagnando chi, divenendo genitore, smette di uscire per le strade del venerdì sera. Per forza di cose. Perché ha iniziato ad amare.
È ancora più certo che senza quella metà di persone che diventano genitori nessuno uscirebbe più per strada, Perché non ci sarebbero più figli. E ben presto non esisterebbero più né futuri genitori nelle case, né futuri abitanti della notte delle strade.
Ma quelli nelle case, silenziosamente, continuano a dare vita al mondo. A dare vita alla vita.