I campi estivi delle parrocchie in Italia. L’Italia che resiste, si sporca le mani e educa. Breve nota di Andrea Lonardo
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Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Adolescenti e giovani.
Il Centro culturale Gli scritti (11/8/2019)
Nessuna realtà in Italia - e non solo - mette in piedi, di fatto, in maniera così capillare campi estivi per adolescenti, giovani e famiglie. Li incontro nella realtà, li vedo su FB, li ricordo nella mia vita di giovane e di prete.
La maggior parte sono in montagna, ma anche al mare, in pellegrinaggio o in esercizi spirituali, in campi missionari in Albania, in Africa o in America Latina o in summer school sulla società o la politica, nella forma di un campo di servizio per sostenere opere di carità o formarsi ad esse o in campi famiglie e di adulti, come campi scout o nella forma della Marcia francescana (dove sono io è in corso un campo di 50 giovani delle medie e delle superiori che ha con sé alcune ragazze profughe del Sud Sudan ospitate nel corso dell’anno dalla Caritas diocesana).
Sono fra le esperienze che più segnano il futuro dei giovani, la loro capacità di immedesimarsi nei problemi degli altri, le loro scelte affettive, la loro preghiera.
La cosa, poi, che rende incredibile la cosa è che tutti gli animatori vi lavorano gratuitamente. Nessuno degli organizzatori trae profitti, semmai solo le strutture cui ci si appoggia, quasi sempre esterne alla chiesa, anzi rinunciano alle loro vacanze in posti del bel mondo per far crescere le nuove generazioni.
Gli animatori vi lavorano gratis. Anzi, in ognuna di queste esperienze, anche quelle non espressamente di carità, diversi ragazzi, non potendo permetterselo, vi partecipano senza spesa alcuna, coperti dal contributo degli altri o della stessa parrocchia che ci rimette economicamente. In questi campi si vedono i giovani al servizio, notte e giorno, senza risparmio.
Tutti dicono che la Chiesa è in crisi. Tutti ripetono che i giovani sono lontani dalla Chiesa e che la Chiesa è lontana dai giovani e dalla gente.
Io non vedo nessun altra realtà che abbia tanto rapporto con i giovani durante l’estate, non vedo nessun altra realtà che abbia qualcosa di nemmeno lontanamente simile.
Solo le scuole tennis o di calcio hanno un certo numero di giovani, ma si fanno pagare, eccome se si fanno pagare. Si noti bene, non c’è niente di male a farsi pagare, quando si organizza qualcosa per gli altri, ma la cosa incredibile è che i campi estivi parrocchiali non costano a chi vi partecipa se non le sole spese vive.
Basta che un prete ci metta passione e intelligenza e queste cose funzionano, anzi sono le uniche cose che funzionano nell’estate italiana dei bagordi!
Mi devo decidere a scrivere una recensione critica al libro di Frings - Così non posso più fare il parroco - e ai suoi luoghi comuni, io che, alla mia veneranda età e con un incarico diocesano complesso, torno anche a fare il parroco.
Intanto, grazie a tutti i preti e ai laici delle tante parrocchie d’Italia che animano i campi estivi, soprattutto con i ragazzi e i giovani. Grazie, perché voi siete l’“ospedale da campo” dell’Italia e la !”chiesa in uscita” di cui parla papa Francesco con la stessa vostra passione. Non solo voi, ma certamente anche voi.