Il triste utilizzo che i media hanno fatto della ricerca delle ossa di Emanuela Orlandi. Breve nota di Andrea Lonardo
- Tag usati: educazione_media, emanuela_orlandi, fake_news, media, scritti_andrea_lonardo
- Segnala questo articolo:
Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Educazione e media.
Il Centro culturale Gli scritti (4/8/2019)
Le ossa più recenti del Cimitero Teutonico erano dell’ottocento. Quelle trovate sotto la Nunziatura di età imperiale. Tutti i quotidiani hanno “sparato” notizie su queste ossa in prima pagina per giorni, prima che se ne sapesse la datazione, e lo hanno fatto scientemente, sapendo che non se ne sapeva ancora nulla. Vuoi perché oggi molta della comunicazione è gossip, purtroppo anche sulle principali testate nazionali, vuoi perché l’anticlericalismo non guasta mai, perché la più grande “fobia” di cui è preda l’occidente è quella del cristianesimo. È difficile trovare un nome adeguato. Vaticanofobia? Clerofobia? Cristianofobia?
I media hanno mostrato che ritengono sempre da “coltivare” e “incentivare” qualsiasi pista che possa gettare fango, anche momentaneamente e senza fondamento, sulla chiesa e il Vaticano.
Se è giustissimo che la famiglia faccia qualsiasi cosa per ritrovare la propria figlia, scomparsa nel nulla, ciò non giustifica che i media speculino su questo dolore, solo per coltivare i propri pruriti.
Io suggerirei di far pagare gli stipendi del personale che ha aperto le tombe e che ha compiuto i rilievi scientifiche sui reperti ossei all’informatore che asseriva di avere ricevuto “rivelazioni” in merito alla possibilità che le ossa fossero lì.
Splendida è stata, invece, la disponibilità delle autorità vaticane che hanno concesso l’apertura del Cimitero e l’analisi dei reperti senza che vi fossero indizi, ma solo in base a voci, solo per vicinanza alla famiglia Orlandi e al suo desiderio di sapere.
Come dovrebbe essere noto, l’unica cosa certa del caso Emanuela Orlandi, sono gli ultimi momenti prima della sua scomparsa all’età di 15 anni. Tutte le ipotesi formulate – dal rapimento ad opera dei Lupi Grigi turchi o ad opera della Banda della Magliana o ad opera di enti ecclesiastici – non sono ad oggi altre che voci, poiché non esistono finora, non solo prove, ma nemmeno indizi significativi in merito. È uno di quei casi nei quali, purtroppo, le indagini brancolano nel buio.
Wikipedia riassume così gli ultimi momenti noti della vita di Emanuela Orlandi:
«Il giorno della scomparsa, Emanuela si recò a lezione di musica attorno alle 16, per uscirne come di consueto attorno alle 19, dopodiché telefonò a casa, dove parlò con una delle sorelle riguardo a una proposta di lavoro che avrebbe ricevuto da un uomo, retribuita con la somma di 350 000 lire (equivalenti, paragonando il potere d'acquisto, a circa 500 euro odierni) per un lavoro di poche ore come promotrice di prodotti cosmetici di una nota marca durante una sfilata di moda nell'atelier delle Sorelle Fontana, di lì a pochi giorni; tuttavia, la sorella le sconsigliò di dar retta a una proposta simile e le suggerì di tornare quanto prima a casa per parlarne con la madre. Questo fu l'ultimo contatto che Emanuela ebbe con la famiglia. In seguito, fu accertato che la ditta di cosmetici in questione - che peraltro impiegava solo personale femminile - non aveva nulla a che vedere con l'offerta di lavoro asseritamente fatta alla giovane e risultò altresì che, nello stesso periodo, altre adolescenti dell'età di Emanuela erano state adescate da un uomo con il pretesto fasullo di pubblicizzare prodotti cosmetici in occasione di eventi quali sfilate di moda o altro.
Dopo la telefonata, Emanuela raggiunse due compagne di corso, tali Maria Grazia e Raffaella alla fermata dell'autobus in Corso Rinascimento. A detta delle ragazze, Emanuela alluse a una proposta di lavoro molto allettante ricevuta e, messa in guardia da loro, disse che avrebbe chiesto prima il permesso di partecipare ai propri genitori e che avrebbe comunque fatto attenzione per evitare brutte sorprese. Attorno alle 19:30, prima Maria Grazia e poi Raffaella salirono su due autobus diversi dirette a casa, mentre, a detta di Raffaella, Emanuela non salì a sua volta sul mezzo pubblico perché troppo affollato e disse che avrebbe atteso quello successivo. Da questo momento, della ragazza si perdono le tracce.
Secondo un'altra versione, dopo la telefonata Emanuela confidò a un'amica e compagna della scuola di musica, Raffaella, che sarebbe rimasta ad attendere l'uomo che le aveva fatto l'offerta per avvisarlo che avrebbe chiesto prima il permesso di partecipare ai propri genitori. Raffaella dichiarò che Emanuela l'avrebbe accompagnata alla fermata dell'autobus, lasciandola alle 19:30 per salire sul mezzo pubblico; l'amica riferì poi di aver visto dal finestrino che Emanuela parlava con una donna dai capelli ricci che non fu mai identificata anche se alcuni suggerirono che si trattasse con ogni probabilità di qualche altra allieva della scuola di musica».
Ora tutto può essere, ma solo una “fobia” può, allo stato presente delle cose, dare tanto rilievo a presunte sepolture in Vaticano di una povera ragazza di 15 anni della cui scomparsa non si sa nulla e che potrebbe essere stata rapita da chiunque.