Yemen. Camera approva mozione per stop all'esportazione di bombe, di Alessia Guerrieri (con una breve nota de Gli scritti sull'Arabia Saudita che è il vero problema: è ai sauditi che non bisognerebbe vendere armi, non solo allo Yemen, perché i 100.000 morti li hanno fatti i sauditi!)
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Riprendiamo da Avvenire del 26/6/2019 un articolo di Alessia Guerrieri, con una breve nota de Gli scritti. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. le sezioni Nord-Sud del mondo, Per la pace contro la guerra e Islam.
Il Centro culturale Gli scritti (7/7/2019)
Breve nota de Gli scritti. Il paradosso di questo articolo e delle reazioni politiche e delle diverse ONG alle leggi sul divieto di vendita delle armi del Parlamento Italiano è che la nazione alla quale per prima si dovrebbe impedire l’acquisto delle armi è innanzitutto l’Arabia Saudita che bombarda lo Yemen, uccidendo – così affermano gli studi più recenti – ormai quasi 100.000 persone (dicesi centomila). Ma poiché l’alleato saudita appartiene al Nord del mondo, è ricco e forte, ben più dell’Italia, poiché è un paese capitalista arabo si preferisce legiferare sullo Yemen e non sull’Arabia, che, invece, detta legge.
Alla fine il Parlamento si è mosso. Anche se con una linea "più morbida" sulle bombe vendute dal nostro Paese allo Yemen. È stata infatti approvata alla Camera la mozione presentata dalla maggioranza M5s-Lega per chiedere al governo di sospendere le esportazioni di bombe d'aereo e missili che possono essere usate contro i civili verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, finché non ci saranno sviluppi concreti nel processo di pace con lo Yemen. La mozione è passata con 262 voti favorevoli, nessuno
contrario e 214 astensioni.
Con il documento approvato, la maggioranza chiede inoltre di valutare «l'avvio e la realizzazione di iniziative finalizzate alla futura adozione, da parte dell'Unione europea, di un embargo mirato sulla vendita di armamenti ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti», prevedendo al contempo consultazioni con gli altri Stati membri dei consorzi internazionali in relazione ai programmi di coproduzione industriale intergovernativi attualmente in essere. Altro impegno chiesto al governo è che prosegua l'azione per l'immediato cessate il fuoco nello Yemen continuando a sostenere, in particolare, l'iniziativa dell'inviato speciale delle Nazioni unite per lo Yemen Martin Griffiths, perché si arrivi al ritiro delle truppe. L'Aula ha respinto le altre 4 mozioni presentate (di Leu, Pd, FdI e FI).
La reazione delle associazioni
Un primo passo, una prima vittoria il voto in Parlamento secondo le associazioni che si occupano di disarmo e cooperazione internazionale. Così Oxfam, Rete Disarmo, Amnesty, Rete della Pace e Movimento focolari, pur sottolineando che le richieste avanzate ormai da mesi (se non anni) dalla società civile italiana siano in linea con le richieste dispositive delle mozioni presentate da Liberi e Uguali e dal Partito Democratico, considerano «un passo positivo e soprattutto un’indicazione precisa e vincolante per il governo verso azioni di sospensione alle armi da intraprendersi subito anche i punti di impegno nelle mozioni dalla maggioranza di governo». Nonostante infatti quest'ultima formulazione sia «meno netta e forse in alcuni passaggi non del tutto chiara - dicono - riteniamo che l’indicazione per l’esecutivo sarebbe evidente e non aggirabile: subito devono essere bloccate bombe e sistemi d’arma italiani verso il conflitto in Yemen!» In particolare Oxfam considera questa approvazione «finalmente un primo passo nella direzione giusta anche da parte dell'Italia - sottolinea Paolo Pezzati, policy advisor di Oxfam Italia - che prende una posizione sul tema delle esportazioni di armi nei confronti dei paesi coinvolti nel conflitto in Yemen».