Grande Imam di al Azhar: la poligamia è spesso ‘un’ingiustizia’. Ahmed al Tayyeb, autorevole rappresentante del mondo musulmano sunnita, ha chiarito di non chiedere l'abolizione della poligamia, ma ha affermato che tale pratica deve obbedire a condizioni di giustizia, cosa che spesso non accade, di Roberto Piermarini
Riprendiamo dal sito https://www.vaticannews.va/ un articolo di Roberto Piermarini pubblicato il 4/3/2019. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Islam.
Il Centro culturale Gli scritti (17/3/2019)
La pratica della poligamia - ha spiegato nel suo programma tv settimanale il Grande Imam di al Azhar, autorevole esponente dell’islam sunnita - è il risultato di “una mancanza di comprensione del Corano e della tradizione del Profeta”. Al Tayyeb ha definito la poligamia ‘spesso un’ingiustizia per le donne e per i figli’, suscitando un ampio dibattito nel mondo musulmano. Inoltre, ha affermato che “coloro che sostengono che il matrimonio debba essere poligamo, sono tutti in errore”. Il Corano - ha spiegato - prescrive che per fare in modo che un musulmano abbia più mogli “debba obbedire alle condizioni di equità” e “se c’è ingiustizia è proibito avere più mogli”.
Le questioni femminili sono destinate a essere rinnovate
Il Grande Imam di al Azhar ha chiarito in seguito di non aver chiesto la messa al bando della poligamia ed ha affermato che le questioni femminili sono destinate a essere rinnovate. “Le donne rappresentano la metà della società, se non ci prendiamo cura di loro è come se camminassimo su un solo piede", ha scritto nelle sue osservazioni pubblicate su Twitter. L’approccio del Grande Imam è stato accolto favorevolmente dal Consiglio nazionale egiziano per le donne.
Il mese scorso al Tayyeb si è incontrato con Papa Francesco ad Abu Dhabi ed insieme hanno firmato un impegno non solo per la pace ma anche per maggiori tutele per la donna. Nel ‘Documento sulla Fratellanza umana per la pace e la convivenza umana’ si definisce “un’indispensabile necessità, riconoscere il diritto della donna all’istruzione, al lavoro, all’esercizio dei propri diritti politici”. Inoltre - afferma il documento - si deve lavorare per liberarla dalle pressioni storiche e sociali contrarie ai principi della propria fede e della propria dignità. È necessario anche proteggerla dallo sfruttamento. Per questo – si legge nel testo - si devono interrompere tutte le pratiche disumane e i costumi volgari che umiliano la dignità della donna e lavorare per modificare le leggi che impediscono alle donne di godere pienamente dei propri diritti.