Kerala, una catena umana di 3 milioni e mezzo di donne per pregare in un tempio indù (da AsiaNews)
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Il Centro culturale Gli scritti (6/1/2019)
Il “muro” è lungo 620 chilometri. Per la prima volta nella storia dell’India, due donne riescono a entrare nel sancta sanctorum. Lo scorso settembre la Corte suprema ha eliminato il bando che vietava l’accesso al tempio di Sabarimala alle donne in età fertile. Solidarietà da milioni di donne e uomini in tutto il Paese.
Thiruvananthapuram (AsiaNews/Agenzie) – Più di 3,5 milioni di donne indiane hanno formato una catena umana lunga 620 chilometri per affermare il loro diritto all’uguaglianza e alla preghiera in un tempio indù. Succede in Kerala, dove da ieri le manifestanti coprono una superficie di 14 distretti. Esse hanno inaugurato il nuovo anno con un “muro” lunghissimo, affermando il diritto di entrare nel tempio di Sabarimala. Oggi per la prima volta nella storia del Paese, alle prime luci dell’alba due donne intorno ai 40 anni hanno scavalcato il muro di cinta e hanno pregato nel sancta sanctorum, la parte più interna del tempio in passato inaccessibile alle fedeli.
La vicenda del tempio di Sabarimala è al centro dell’attenzione da mesi. Lo scorso settembre la Corte suprema indiana ha stabilito l’illegalità del bando che per centinaia di anni ha impedito alle donne in età fertile (dai 10 ai 50 anni) l’accesso al tempio. I devoti più ortodossi, tra cui il premier Narendra Modi, sostengono che le donne “mestruate” costituiscano un’offesa al dio Ayyappa, cui è dedicato il tempio, dato che la divinità è celibe.
Le donne hanno raccolto solidarietà da milioni di simpatizzanti in tutto il Paese, maschi e femmine. A Mumbai circa 1.500 donne hanno creato un muro simile allo Shivaji Park. In Kerala migliaia di uomini hanno affiancato una seconda catena a quella creata dalle fedeli. Da poco intanto è stato riaperto il tempio, chiuso per alcune ore dopo un rituale di “purificazione” reso necessario dopo l’incursione delle due signore, identificate come Bindu e Kanakdurga.