“Forever young”, l’augurio di Dylan per restare “sempre giovani”. La canzone scritta dal grande rocker si ispira in apertura a due versetti del Libro dei Numeri, di Angelo Zema
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Riprendiamo da RomaSette del 18/12/2018 un articolo di Angelo Zema. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Musica.
Il Centro culturale Gli scritti (6/1/2019)
«Il Signore parlò a Mosè e disse: “Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò”». È la prima lettura della liturgia che la Chiesa ci propone per il primo giorno del nuovo anno, tratta dal Libro dei Numeri.
A questi versetti si ispira l’apertura di “Forever young” – “Per sempre giovane” –, celebre canzone di Bob Dylan con cui ci avviciniamo alla fine dell’anno e all’inizio del nuovo. «Possa Dio benedirti e proteggerti sempre / possano tutti i tuoi desideri diventare realtà / possa tu sempre fare qualcosa per gli altri / e lasciare che gli altri facciano qualcosa per te / possa tu costruire una scala verso le stelle / e salirne ogni gradino / possa tu restare per sempre giovane / per sempre giovane per sempre giovane / possa tu restare per sempre giovane».
Altre immagini bibliche si sovrappongono, come la “scala verso le stelle”, che evoca la storia di Giacobbe e il suo sogno, raccontato nel capitolo 28 del Libro della Genesi: «Una scala poggiava sulla terra mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco: gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa». È intessuta di questa trama la canzone pubblicata sull’album “Planet waves” del 1974 e scritta da Dylan con il pensiero a uno dei figli. Ma è un augurio che ciascuno di noi può rivolgere a una persona cara, a un amico, desiderando la sua felicità.
«Possa tu crescere per essere giusto / possa tu crescere per essere sincero / possa tu conoscere sempre la verità / e vedere le luci che ti circondano / possa tu essere sempre coraggioso / stare eretto e forte / e possa tu restare per sempre giovane / per sempre giovane per sempre giovane / possa tu restare per sempre giovane».
È un inno alla vita, un’apertura al futuro, l’augurio per la ricerca della bellezza, per affrontare con determinazione una vita protesa verso gli altri e con coraggio le difficoltà che inevitabilmente accompagnano il vivere quotidiano, al di là dell’età anagrafica. Un richiamo a poggiare l’esistenza su solide fondamenta (come non pensare all’immagine evangelica della casa costruita sulla roccia anziché sulla sabbia?) e a portare frutto perché «la tua canzone possa essere sempre cantata». Un testo tra i più belli del cantante-poeta Dylan, Premio Nobel per la Letteratura.
«Possano le tue mani essere sempre occupate / possa il tuo piede essere sempre svelto / possa tu avere delle forti fondamenta / quando i venti del cambiamento soffiano / possa il tuo cuore essere sempre gioioso / possa la tua canzone essere sempre cantata / possa tu restare per sempre giovane / per sempre giovane per sempre giovane / possa tu restare per sempre giovane».