In lode di Silvia Costanza Romano, cooperante rapita in Kenya, e ad onta di chi dice “Aiutiamoli a casa loro” e poi irride alla sua tragedia, di Andrea Lonardo
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Riprendiamo sul nostro sito un articolo di Andrea Lonardo. Per approfondimenti, cfr. la sezione Nord-Sud del mondo.
Il Centro culturale Gli scritti (25/11/2018)
Non è necessario conoscere nei particolari la storia di Silvia Costanza Romano, la 23enne milanese sequestrata in Kenya, per coglierne l’essenziale. A qualsiasi persona di buon senso e di umanità è chiaro, infatti, il grande valore della vita di coloro che scelgono di partire verso luoghi che versano in difficoltà e di contribuire, con le proprie capacità, a progetti di crescita.
È ciò che hanno fatto e continuano a fare preti, suore e laici cristiani, da sempre, sapendo bene di mettere a rischio la propria salute e la propria vita.
È ciò che hanno cominciato a fare più recentemente anche tanti laici, comprendendo bene che le persone hanno il diritto a non emigrare, a sviluppare la propria terra, la propria economia, la propria cultura e a non dover essere costretti a partire altrove.
È pertanto doppiamente assurdo che vi siano persone che gridano l’insulso slogan “Aiutiamoli a casa loro”, come se non fosse questo ciò che sempre si è fatto e ciò a cui si debbono dedicare le migliori energie. Non per tenere due “case” separate l’una dall’altra - come vorrebbe lo stupido slogan -, bensì esattamente perché questa è la via di bene primaria e prioritaria, per gente che desidera restare a casa e non finire nelle grinfie delle mafie dei trafficanti africani, poi dei musulmani nord-africani ed infine dei malavitosi nostrani italiani, per passare di male in peggio e finire come schiavi nella raccolta dei pomodori o nella prostituzione.
Qualsiasi cooperazione intelligente sa che è impagabile la presenza di persone che dedichino la loro vita, anche con gravi rischi personali, per la promozione di luoghi che anelano a crescere economicamente e culturalmente.
Doppiamente assurdo perché dopo aver imprecato l’“Aiutiamoli a casa loro” si permettono poi di pontificare ignobilmente sulle scelte di una giovane che ha scelto di porsi a servizio di progetti che i loro slogan ignoranti sviliscono: Silvia Costanza Romano è partita esattamente per dare il suo piccolo contributo perché il Kenya potesse ulteriormente svilupparsi e nessuno dovesse partirne, nella consapevolezza che le due “case” comunicano.
Noi diciamo, per questo: “Grazie Silvia di essere partita. Speriamo di poterti liberare presto”. E a chi l'ha rapita: "Voi siete i veri nemici del vostro paese, perché volete sottrargli energie di sviluppo, libertà e crescita".