Provo un senso di imbarazzo ogni volta che vedo post di preti o di laici che rappresentano istituzioni ecclesiastiche prendere apertamente posizioni partitiche, di Andrea Lonardo
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Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Andrea Lonardo. Per altri testi, cfr. la sezione Politica ed economia.
Il Centro culturale Gli scritti (16/9/2019)
Provo imbarazzo. Avverto fastidio. Eppure voglio bene a queste persone. Non citerò casi concreti proprio per questo. Propongo questa riflessione, perché il fatto avviene sempre più frequentemente e non riguarda questo o quello.
Troppo spesso vedo non solo preti, ma anche laici che rappresentano istituzioni ecclesiastiche o che lavorano stipendiati da tali istituzioni, accanirsi pubblicamente contro il Governo precedente o contro l’attuale, accusando un premier o il premier avversario, di ogni malefatta, addirittura utilizzando il vangelo contro l’uno o contro il suo avversario.
Provo imbarazzo. Avverto fastidio. Eppure voglio bene a queste persone.
Mi sembra che stia venendo meno un aspetto importante del principio di laicità nel quale sono stato educato. Il laico deve prendere posizione ed avere il coraggio di esprimere apertamente la sua posizione partitica. Ma non così il presbitero, il quale deve restare fuori dall’agone partitico. E non così anche il laico che è notoriamente espressione di un’istituzione ecclesiastica che gli dà lavoro. Ci sono professioni che richiedono maggiore imparzialità, perché il rischio è che poi l’intera organizzazione venga connotata partiticamente.
Ricordo mio padre, che era magistrato, ripetere che un magistrato non deve mai dichiarare la sua posizione partitica, altrimenti ogni sua sentenza sarà accusata di essere influenzata politicamente. Egli affermava che chi lavora in certi ambiti doveva sottostare al sacrificio - era consapevole che fosse tale - di non assumere posizioni partitiche né a favore, né contro.
Da parte di preti e di laici di organizzazioni ecclesiastiche ritengo legittima una presa di posizione su di una singola legge o su di un provvedimento, ma non su di un Governo decaduto o presente, così come non ritengo legittime prese di posizione su singoli politici o partiti tout court, di destra o di sinistra che siano, siano essi la Lega, il PD o i 5Stelle (e la mancanza di laicità da parte di preti e di laici rappresentanti di organizzazioni ecclesiastiche è evidente su tutti i fronti).
Poiché la politica è il luogo del libero e laico dibattito e non dei diktat religiosi, esiste una controprova per comprendere l’ovvietà di quanto affermato: cosa direbbe il prete o il laico rappresentante di organismi ecclesiastici, se il proprio capo-struttura o colleghi del suo stesso ufficio si dichiarassero per la parte avversa, ad esempio per il PD se la persona è della Lega o per la Lega se è del PD, o per i 5Stelle se è della Lega o del PD?
Cosa direbbero coloro che in maniera così pacchiana si sono schierati per la parte contraria? Direbbero che è legittimo che il loro capo-struttura o i propri colleghi si schierino così apertamente, accusando la parte avversa? O direbbero piuttosto di aver provato fastidio per una tale esternazione?
Poiché esiste il libero dibattito in questioni partitiche e, per la laicità, sono legittime diverse posizioni partitiche, non è bene che sacerdoti o laici impegnati in organismi ecclesiastici, esternino le loro posizioni partitiche.
Insomma provo imbarazzo per quanto avviene su questi temi. Avverto fastidio. Ma voglio bene a questi preti e a questi laici. E perciò scrivo.